Abbiamo testato la versione da 7 millimetri di questa muta confezionata in neoprene Yamamoto 39 open cell associato a una fodera in lycra Spandex, un’abbinata che la rende davvero unica in termini di morbidezza, potere termico e vestibilità. Parliamo di un prodotto nuovissimo, che l’azienda ha in programma di commercializzare da questo mese di febbraio
Cristian Righetti
Appena aperto il pacco, la muta si trova in una busta in plastica che la protegge, all’interno di una carta fina che l’avvolge a sua volta. La apro e comincio a studiarne i dettagli.
L’azienda ligure ha scelto di impiegare l’ormai famoso neoprene giapponese Yamamoto, optando per una mescola 39, una composizione che garantisce grande potere termico, super leggerezza e morbidezza. Ciò significa grande libertà nei movimenti ed effetto “gabbia” praticamente annientato, un fenomeno fastidioso che si verifica soprattutto in presenza di spessori più importanti, come il 7millimetri testato. Si tratta in pratica di quella sensazione di costrizione, di schiacciamento nella zona del torace che impedisce di ventilarsi e di rilassarsi in maniera adeguata.
Come detto, associato al neoprene c’è una fodera esterna ultra-elastica Spandex; la scelta è ricaduta su una lycra ultra elastica per non andare a compromettere le caratteristiche dello Yamamoto 39.
Il taglio è anatomico, ed è stato scelto il 101 (che infatti viene riportato nel nome di questo completo); questo taglio, che la Salvimar utilizza con materiali super elastici e morbidi, consiste, in parole povere, nel ridurre le grandezze medie di incisione dei fogli di espanso rispetto a quando si lavorano altri tipi di neopreni, ottenendo come risultato un capo più aderente alla figura del subacqueo.
La cromia del capo è total black, con scritte verdi oliva. Su entrambi gli avambracci e sulla gamba destra si notano due ampi anelli squamati in verde militare, più decorativi che funzionali. Questa texture è riportata anche sul grande appoggio sternale, conferendo al capo un aspetto davvero accattivante.
Scendendo nel particolare, la scritta Salvimar la troviamo sul fronte del cappuccio, sul petto, su entrambi gli avambracci e lungo tutta la parte sinistra della schiena; sul pantalone, invece, è stampata sulla coscia sinistra. La scritta Spearfishing 101 trova posto in basso, a lato, del generoso appoggio sternale.
Una delle prime cose che mi piace osservare nelle mute sono le cuciture, indice, a mio avviso, del livello di manifattura del capo. Qui siamo al cospetto di una doppia cucitura interna/esterna con Sistema Gbs, un sistema che consiste, scendendo nel tecnico, in una cucitura interna a doppio ago non passante con incollaggio centrale bicomponente, che garantisce la tenuta stagna e offre una maggiore durabilità e resistenza.
Un dettaglio interessante consiste nel fatto che la colla è ad acqua, fornita dalla stessa Yamamoto, priva dunque di solventi; quindi, un approccio sostenibile non di poco conto.
Su polsi, caviglie, girovita e giroviso è stata utilizzata le tecnologia Rss (Real Seal System), che assicura una tenuta stagna, annullando cosi le infiltrazioni. Per la coda di castoro è stato scelto un doppio bottone di chiusura a sgancio rapido by Salvimar: un sistema pratico, sicuro e di immediato utilizzo.
Nei punti in cui si necessita di protezione extra, come nella zona della seduta e sulle ginocchia, l’azienda ha pensato al sistema Abrasion Resistant CM501; si tratta di rinforzi in materiale antiabrasione e progettati in azienda: servono a minimizzare i danni da contatto e i tagli accidentali sulle zone più sottoposte a usura. L’appoggio sternale è ampio e protegge l’area che va da sopra il petto fino a poco sopra l’ombelico; sopra vengono stampate a caldo delle scaglie che imitano, esteticamente, una sorta di squame e che servono a non far scivolare l’arbalete durante il caricamento.
La Spearfishing 101 viene prodotta in tre spessori: 3,5, 5 e 7 millimetri e nelle taglie che vanno dalla S alla XXXL.
In mare
Siamo a dicembre, la giornata è uggiosa e il mare piuttosto calmo. Vesto la muta sotto la doccia vista la temperatura esterna di 14 gradi usando la classica soluzione di acqua saponata. Il pantalone sale in pochi secondi. La giacca, una volta indossata, la regolo posizionando le cuciture delle braccia sulle giunture degli arti superiori, il tutto senza alcun problema e con il massimo comfort. Bastano pochi minuti e sono pronto! Indosso una taglia terza (equivale a una M) e devo dire che il taglio si adatta alla perfezione alla mia corporatura. A completare il tutto, guanti e calzari Tactile da 3 millimetri.
Raggiungo il punto di immersione dopo un breve tragitto in auto. Nemmeno durante il tragitto avverto sensazioni di costrizioni e mi godo la vista mare che mi accompagna sino al parcheggio. Ancora prima di entrare in acqua, mentre calzo le pinne su uno scoglio, posso subito testare il rinforzo posto sulla zona glutei, che attutisce le asperità della roccia calcarea.
Eccomi finalmente in acqua. Ho avvertito qualche infiltrazione sulla zona delle caviglie (attribuibili al fatto che i calzari sono foderati) e nella zona ventrale; per quest’ultima sarebbe stato perfetto un fascione del pantalone in materiale liscio anziché foderato, per far aderire perfettamente l’open cell dello Yamamoto interno della giacca con il pantalone. Si può ovviare a ciò, in inverno, con l’utilizzo di un bermuda, che va a sigillare il tutto.
Il caricamento dell’arbalete avviene con naturalezza grazie al generoso rinforzo e senza alcun cenno di scivolamento, merito del grip offerto dalle scaglie stampate.
La respirazione è fluida e naturale, per nulla ostacolata dal neoprene nonostante i 7 millimetri di spessore. Preparo il tuffo e mi immergo. Sono all’agguato in appena due metri di fondo da circa due ore, la temperatura è di circa 15 gradi e per ora sono abbastanza al calduccio. Personalmente non ho mai pescato con il pantalone da 7 e, devo essere sincero, avevo all’ionizio qualche perplessità, soprattutto per la gestualità dell’azione e nei movimenti, invece la differenza non l’ho praticamente percepita, se non positivamente, per il benessere termico al quale non ero abituato.
Ho pescato praticamente solo all’agguato e avevo preventivato 10/11 chili di pesata di base a cui apportare eventuali correzioni con delle rocce raccolte sul fondo e incastrate tra cinta e schienalino.
Il vento da terra non favorisce la presenza di pesce e sto per desistere quando, all’ennesimo agguato, all’ombra di un masso vedo un barracuda immobile, forse in fase di digestione; il testone del pesce punta verso il largo e io arrivo da dietro: miro, sparo e spiedino il pesce.
Stanno per scadere le tre ore e del freddo nemmeno l’ombra, potrei continuare ancora ma decido di terminare qui la pescata. Sono sorpreso dalla tenuta. Nonostante i 15 gradi sono stato benissimo, senza alcun accenno di freddo e, soprattutto, non ho mai avvertito fastidio, ingombro nei movimenti, cosa che avviene con una certa frequenza quando si indossano capi così pesanti.
Dopo diverse uscite (un paio anche a gennaio) posso dire con certezza che questa muta ha un comfort e un potere termico che probabilmente solo un espanso come lo Yamamoto è in grado di regalare, associando a questo una resistenza al top.
Insomma, una muta formidabile per le uscite da terra invernali anche per chi non presta particolare attenzione durante l’azione di pesca a eventuali urti o sfregamenti, sempre possibili durante gli appostamenti con il mare formato. La Salvimar anche questa volta ha fatto centro!
Ai voti!
Vestibilità: la Spearfishing 101 veste davvero bene grazie al taglio anatomico 101, un brevettato Salvimar. Le taglie disponibili sono ben sei (S-XXXL). La coda di castoro con doppio bottone consente una facile vestizione e una chiusura sicura 9
Livello di rifinitura: nulla da eccepire, come è tradizione dei capi Salvimar. Un punto in meno per la mancanza del fascione alto ventrale sul pantalone 8
Robustezza: la fodera esterna in Spandex assicura una buona protezione. Sullo sterno troviamo poi un cuscinetto di neoprene imbottito e sulla zona dei glutei e delle ginocchia l’efficientissimo sistema antiabrasione Abrasion Resistant CM501 8
Comfort: ottimo. Non c’è altro da aggiungere 9
Rapporto qualità/prezzo: nei negozi specializzati si trova a un prezzo medio di 270 € per la giacca e di 190 per il pantalone. Certo, non è poco, ma la qualità si paga 8
Scheda tecnica
Materiale: neoprene spaccato open cell Yamamoto 39 e fodera esterna super elastica
Cuciture: doppie interne non passanti con sistema Gbs e incollaggio centrale bicomponente
Rinforzo sul torace: sì
Protezioni: su ginocchia e seduta in materiale antiabrasione
Rifiniture: in Rss su polsi, caviglie, viso e girovita
Coda di castoro: con doppio bottone di chiusura