Un fucile bellissimo, equipaggiato con il sistema vela e perfetto per andare a caccia di pesce bianco nel medio e basso fondale
Emanuele Zara
Era da un po’ di tempo che non testavo un arbalete della Thorpedo. Poi, un paio di mesi fa, ho ricevuto l’attuale top di gamma, il Phenix-Invert 87 con sistema propulsione vela e fusto in lamellare di teak. Tutti gli arbalete prodotti dall’azienda toscana sono “ hand made”, fatti dunque a mano, uno per uno, e per questo Phenix-Invert si è cercato di lavorare ulteriormente sulle linee, che infatti sono più filanti.
Gli ingombri in altezza sono stati diminuiti e il sistema di propulsione invert libera il piano superiore, migliorando così l'agilità di brandeggio e la gestione in acqua. Normalmente, il Phenix-Invert ha il fusto multilamellare strutturato da tre essenze diverse (mogano, okume, zebrano) rafforzato intimamente con doppie lamine in composito di carbonio tra i listelli. L'impugnatura è a mio parere l'elemento più bello dell'intero arbalete poichè è composta da listelli di legno zebrano che le conferiscono un particolarissimo effetto tigrato, unico, diverso da calcio a calcio come disposizione delle venature. Ho ricevuto la versione destrorsa, ma sono disponibili anche impugnature mancine o ambidestre, sempre con trattamento antisdrucciolo in superficie.
La serie Phenix-Invert deriva da quella roller tradizionale, però sviluppata con linee più snelle, più filanti. «Sono stati apportati miglioramenti - mi ha spiegato il titolare, Lorenzo Pellegrini- e ora tutti i fucili sono calibrati per una pesca rapida e veloce. Grazie alle modifiche apportate è stata implementata la potenza di tiro ed è diminuito drasticamente il rinculo, creando così dei veri e propri “fioretti” indicati per la caccia al pesce bianco in basso e medio fondale».
I Phenix-Invert possono comunque adattarsi a qualsiasi situazione grazie a ben sei lunghezze operative (57, 67, 77, 87, 97, 107) e alle varie tipologie di assemblaggio disponibili. Può infatti essere preparato inverter o vela (a partire dalla versione 87).
Il mdello per il test è un 87, con sistema vela munito di tre coppie di elastici Thorpedo da 16 e bozzello in inox (supplemento di 70 €), un fucile caratterizzato dal fusto in multilamellare di teak/carbonio, che viene realizzato su richiesta con un supplemento di 80 €.
Il sistema vela in testata è strutturato con due pulegge in delrin nero, realizzate su misura da Hunt, mentre ai lati sono presenti due lunghe spondine minimali in acciaio Aisi 316 brunito, sempre costruite dalla Hunt. Superiormente corrono solo due sagolini per una linea di puntamento sgombra dal profilo delle gomme.
Il tensionatore per le due coppie di elastici inferiori, fissato inferiormente e su cui è avvitato il telaio in inox del mulinello, è disegnato e stampato da Thorpedo, su misura, in materiale plastico Pla rinforzato con filamento in carbonio.
Il caricamento in questa versione è facilitato dalla possibilità di compiere vari step di armamento.
La gamma Phenix Invert è davvero versatile e si può predisporre con più sistemi di propulsione: roller classico con coppia di elastici, Y inverter, sistema zero con coppia di elastici progressivi (superiori con anima interna e inferiori senza anima interna), e dalla misura 87 in su è disponibile anche il vela.
Gli allestimenti standard prevedono solitamente aste da 6.25/6.50 o da 6.75 e gomme da 14, ma è possibile arrivare a tahitiane da 7 e coppie di elastici da 16, come sul “mio” Phenix- Invert 87.
Il primo giorno di test si è svolto con mare mosso e temperatura in superficie di circa 15 gradi.
A uno sguardo iniziale, rimango colpito dall'estetica complessiva e dal livello di costruzione, davvero notevole. Il secondo aspetto interessante è dato dal sistema vela, che la Thorpedo ha sviluppato cercando di integrarlo al meglio con il progetto iniziale. Di base, il Phenix-Invert è stato affinato per renderlo più filante in acqua, e più performante poichè il sistema demoltiplicato inverter, con le doppie pulegge, accumula un notevole carico di energia e al contempo riduce fortemente il rinculo in quanto il pacchetto gomme "lavora" in senso opposto all'uscita dell'asta.
Entro in acqua. Prima aggancio l'ogiva tessile, che trovo ferma in testata grazie a uno stopper, legata a due corti pezzetti d'elastico alla prima tacca. L'ogiva è legata a due cordini che passano nelle pulegge di testata e dopo corrono sotto l'affusto, muovendo il bozzello inox a cui sono solidali sia la coppia di elastici pretensionata, che è fissa e incassata nelle predisposizioni scanalate dell'affusto e che scorre sulle due pulegge, sia il pacchetto delle due coppie di elastici "liberi" da 16 milimetri. Queste due coppie, con l’ogiva tessile, possono essere pre tensionate indifferentemente sull'elemento apposito che fa base al mulinello e che ha un generoso piedino stondato e scanalato con alloggio per le ogive, oppure tensionate in modo modulare dopo che si arma la parte superiore, a step.
L'asta Oceano, richiesta su specifica alla Hunt, è equipaggiata con 4 pinnette a basso profilo; le prime due sono distanziate e avanzate, mentre le ultime sono ravvicinate e poste vicino alla meccanica.
Venendo alle prestazioni, le definirei con una sola parola: esuberanti. Una volta armato, lascio il fucile libero in acqua e ne verifico l'assetto: scende lentamente, con la "testata" prima del calcio. Impugno il calcio e in corrente la posizione della mano è molto stabile, ferma, ma se si desidera una maggior versatilità nella gestione consiglio di ordinare la versione con il calcio ambidestro, che permette di muovere l'arma in tutte le direzioni con maggiore spontaneità.
Il Phenix-Invert 87 scorre abbastanza fluido sul piano orizzontale, non lo sento frenato e quando allungo il braccio in direzione di un bel sarago seminascosto in parete, mi godo l'eccellente libertà di mira, e di puntamento.
La porzione superiore è libera dalle gomme, il cordino non si nota quasi e davanti, pulito, c'è il bersaglio. Purtroppo, prima di sparare mi vede e fugge nella risacca. Avanzo tra le rocce e mi trovo poco distante da un branco di salponi intento a mangiare. La gestione dell’arma è ottima, non la sento pesante, è abbastanza maneggevole e spontanea nei movimenti.
Il gruppo di gomme tensionate, inferiormente, fa un poco di volume, ma tutto sommato non frena l'arbalete più di tanto. Mi approccio al tiro. Inquadro una salpa, appena sfioro il grilletto parte l’asta, sgancio dolce, tiro velocissimo, quasi impercettibile al colpo d'occhio. Suono secco, uno "stak" deciso, ma con un rinculo praticamente assente. La precisione è stata eccellente, la salpa è in sagola, esattamente dove ho mirato!
Ricarico e in un passaggio successivo mi passa alto un gruppetto di muggini. Muovendo non troppo rapidamente il fucile e facendo una leggera rotazione con il calcio, sale anche in verticale senza opporre troppo attrito, riuscendo ad allineare i cefali. Mi concentro sul più corpulento.
Stavolta mi concentro ancora meglio sulla dinamica di tiro. Il grilletto è davvero sensibile, non credevo fosse così pronto perché, a secco, lo sgancio aveva una corsa di un paio di millimetri prima di liberare il codolo. In mare è sparita, una leggera pressione e la tahitiana da 7 parte a razzo. Il muggine è colpito benissimo, l'asta è uscita quasi interamente dalla parte opposta del pesce. Precisione eccellente, confermata.
In definitiva il nuovo Phenix-Invert della Thorpedo è un ottimo progetto, un’arma con un sistema di demoltiplica progettata per non essere complessa e con un’accessoristica di prim'ordine. In condizioni invernali andrebbe bene anche un accumulo d'energia minore e un'asta leggermente più piccola di sezione, anche una 6.75 mm.
L’impugnatura
Se dovessi scegliere un elemento che identifichi a prima vista un arbalete in legno della Thorpedo, riconoscibile da tutti gli altri, non avrei il minimo dubbio: è il calcio! Il Phenix-Invert 87 mostra un'impugnatura destra in lamellare di zebrano e il fatto che sia di struttura destrorsa, e quindi con predisposizione anatomica marcata per la mano, mostra una linea curvilinea davvero spettacolare per bellezza e singolarità.
Alla base del calcio, sigillata da una lastrina in inox sagomata a laser, c’è un punto di bilanciamento: qui è stato ricavato un vano che può essere piombato per regolare finemente l'assetto.
Il livello di assemblaggio è eccezionale e osservando il tratto di giunzione con il trave portante (nel mio caso in multilamellare di teak) noto che è precisissima. Al punto che le due essenze sembrano fondersi tra loro, e se non fosse che il teak ha la colorazione tipica “miele”, più chiara, non si noterebbe differenza. L’elsa, di larghezza generosa, esalta le venature del legno. Il castello ospita la scatola di sgancio arretrata, poco sporgente e di colore scuro, quasi nero, impreziosita dalle incisioni a laser con il nome del brand. I leveraggi interni sono smussati con burattatura, lucidati per ridurre gli attriti. Il grilletto in inox è curato negli spigoli stondati, con la superficie d'appoggio per la falange corretta come distanza di interasse. Le viti di fisaggio e tutti gli accessori sono inserite in speciali boccole filettate in Aisi 316 L, non c’è quindi un fissaggio diretto sul multilamellare, il che è una garanzia. In ultimo, il piedino d'appoggio sternale, in pratica il terminale del trave principale. Al centro del prolungamento posteriore c'è una boccola apposita per montare la staffa per la telecamera.
Il fusto
Nel modello inviato per il test è rappresentato da un monoblocco multilamellare in teak, che dalla testata struttura il piedino di appoggio sternale. E' costituito da sette listelli stagionati, controllati per senso di venatura ed estetica, selezionati uno per uno, manualmente. Nasce dalla lavorazione Cnc, che assicura la massima precisione e uniformità di taglio. Affiancati ai listelli ci sono lamine in composito di carbonio che rinforzano il tutto. Successivamente, avviene la fase di incollaggio, con bicomponenti epossidici, che prevede la consolidazione sotto pressa di legno e carbonio. La verifica hand made nei passaggi seguenti caratterizza ogni fusto.
Nei modelli “tradizionali” di Phenix-Invert, esternamente si notano due lamine di zebrano, internamente due tipi di essenza quali il mogano e l'okume, al centro stecche di wengé. Le lamine di carbonio sono intimamente adese. Per quanto riguarda le misure, il fusto, a circa 80 mm dall'inizio dell’elsa, è forato con scarichi longitudinali di circa 45 x 15 mm, che poi danno inizio a una sede bilaterale scaricata profondamente sia sopra, per altri 350 mm circa, sia sotto, per far passare la coppia di elastici da 14 pretensionati e che possono scorrere sulle due pulegge appena visibili; proprio questo settore, in altezza, misura circa 33 mm, mentre in larghezza è di circa 75.
Le due gomme incassate non spuntano dal profilo, restano nascoste dentro le profonde sedi. Il fucile sfina progressivamente sia verso il calcio sia verso il terminale, con il calibro misuro, dopo le pulegge, circa 25 mm di altezza e circa 46 di larghezza. All'inserzione dell'elsa la linea si rastrema, il trave si riasottiglia a livello della meccanica.
Il fusto è a sviluppo lenticolare e nonostante il sistema di demoltiplica, con vari elementi, la linea d'ingombro risulta abbastanza snella. La sella guida asta è segmentata e offre al dardo vari punti d'appoggio.
I Phenix-Invert sono tutti bilanciati dalla casa madre, ma nel caso si volesse variare l'assetto e gli equilibri si possono sfruttare le due sedi. Una è posizionata sotto l'affusto, coperta da una lastrina di carbonio, che vincola le coppie di elastici da 16 e le due pulegge con la sagola di rimando in testata. L'altra è in inox brunito e costituisce la base del calcio. In questo scasso è possibile inserire dei piombini.
La testata
Non ce n’è una vera e propria, si può identificare la terminazione del trave in multilamellare, la parte finale dove sono alloggiate le due pulegge che gesticono la sagola tensionata, il perno passante e le due guancette in inox che le mantegono in posizione. Poi, sempre in questa porzione che possiamo chiamare "testata" si apprezzano le scissure dove lavorano le due rotelle da 35 mm; sono ampie e mettono in mostra nelle due luci di scarico, al centro, le lamine di carbonio inframezzate ai listelli di legno. Osservando inferiormente, si apprezza il sistema di trattenuta a doppio filo, che si ancora a una rotellina e di fianco, sui lati, i fori passanti con il vincolo per lo stopper superiore. L'asta si immobilizza grazie a due perni in inox sul terminale, mentre la sagola in uscita dal mulinello passa in un cavallotto di filo inox inferiore.
In definitiva, anche il tratto finale di quest'arma riveste una notevole valenza funzionale poichè ospita una parte importante di componentistica del pacchetto vela. Qui ci sono i due minuti salsiciotti di gomma che il pescatore afferra per armare inizialmente il fucile: sono collegati agli spezzoni di sagola con la prima coppia di gomme pretensionate incassate nelle scissure e che lavorano sulle pulegge posteriori.
Ai voti!
Tecnica di costruzione davvero di altissimo livello. Dalla scelta dei legnami alla tecnica di lavorazione la Thorpedo realizza manufatti perfetti, dei pezzi unici: 10
Livello di finitura eccellente in ogni più piccolo dettaglio. L'estetica è spettacolare, unica nelle sue nuance del multilamellare, il calcio tigrato richiama istantaneamente il brand Thorpedo: 10
Assetto con l’asta da 7 è equilibrato. Cade di punta lentamente. Non male nel complesso: 8
Maneggevolezza l’allestimento vela permette un buon brandeggio sia laterale che verticale: 8
Prestazioni gli elastici da 16 associati alla tahitiana da 7 assicurano un tiro bruciante. Lo schiocco della contrazione delle gomme si avverte netto: 9.5
Allestimento di serie il Phenix-Invert è un pronto pesca a tutti gli effetti; viene commercializzato completo di asta Hunt, di sistema inverter, calamento, mulinello con sagola in Dyneema. È settato in un’apposita vasca e spedito in un imballaggio di cartone antiurto: 9
Rapporto qualità/prezzo il modello che ho ricevuto è una versione speciale in teak lamellare, con allestimento vela, e costa al pubblico 1250 €. Una cifra importante, ma parliamo di un’arma unica: 8
Scheda tecnica
Materiale: multi-lamellare a 7 listelli di zebrano, mogano, wengé, 2 lamine in composito di carbonio inglobate
Impugnatura: ergonomica, sagomata destrorsa o sinistrorsa, ambidestra, media o grande, modificabile a richiesta
Fusto: trave monoblocco multi-lamellare legno/carbonio a profilo ribassato e lenticolare, con doppia pulegga incassata
Guida integrale: presente
Meccanica di sgancio: interamente in inox 316 a taglio laser, termo trattato e burattato, compresi grilletto e sganciasagole.
Testata: con doppia puleggia e accessori per ospitare il sistema vela
Elastici: tre coppie di elastici by Thorpedo da 16 mm su bozzello inox; ogive tessili in Dyneema
Misure disponibili: 57, 67, 77, 87, 97, 107