Adottano l’ormai conosciuta e comodissima scarpetta Speeder e la pala in fibra di carbonio a spessore differenziato. Sono adatte ai fisici più allenati, che desiderano prestazioni superiori!
Cristian Righetti
Ho ricevuto da Salvimar le Speeder Carbo HD (High Density) per realizzare questo test. Un prodotto sulla carta molto interessante e infatti la curiosità di portarlo in mare era tanta, anche perché, interfacciandomi con alcuni amici che le usano abitualmente, avevo avuto pareri davvero positivi. Inoltre, avevo avuto modo di provare anche le Speeder HD in tecnopolimero e volevo rendermi conto delle differenze.
Appena arrivate, apro subito l’imballaggio in cartone. Le pinne sono alloggiate in una busta di plastica resistente, di colore bianco/semi-trasparente. La prima cosa che noto, già a “scatola chiusa”, è il peso. Sono sorprendentemente leggere!
A un primo sguardo vedo le scarpette Speeder HD (65 shore), già presenti sulla versione in tecnopolimero. Sono di un bel verde militare, mentre la pala mostra la classica texture grigio/nero dovuto agli intrecci del carbonio. Sul piano superiore della pala, così come sulla superficie inferiore, è stampata la scritta “Salvimar” in grande, in un colore marrone/oro; in piccolo, appena sotto la scritta principale, troviamo il nome Speeder Carbo HD, sempre in marrone/oro.
Le linee di questa pinna risultano accattivanti e moderne, hanno un disegno più stretto verso la scarpetta (11 centimetri di larghezza), che si allarga arrivando a 21 centimetri in prossimità del centro della pala, per restringersi nuovamente verso il fondo, che finisce in una sorta di piramide con la cuspide arrotondata (6 centimetri appena). Il peso totale, con scarpetta 39/40, è di 675 grammi. La lunghezza della pala, presa dall’angolo di 29 gradi fino la punta, è di 76 centimetri (esclusa la scarpetta). Infine, lo spessore della pala, che è differenziato; va infatti da 0,6 millimetri in punta a 2,5 millimetri sotto al piede. Analizziamo ora singolarmente i due componenti.
Le Speeder sono il risultato di un approccio tecnico di studio di forma, struttura e materiali; sono state progettate per superare le prestazioni delle pinne della generazione precedente e migliorare il comfort della calzata. La Salvimar ha studiato a riguardo una tecnologia che prevede i longheroni sotto-plantari, che permette di migliorare la resa dello sforzo, garantendo la massima efficienza a ogni movimento. Questa innovazione aumenta l'idrodinamica della pinna. Infatti, con tale accorgimento la pala ha la parte che si innesta alla scarpetta parecchio più stretta rispetto agli altri modelli in commercio, riuscendo a evitare che l’acqua rimbalzi solamente su tale area e non venga convogliata alla pala. L’esempio di ciò è ben rappresentato in natura. I pesci hanno il peduncolo caudale (il troncone di coda) più stretto rispetto alla pinna caudale, questo per convogliare le particelle d’acqua alla caudale stessa.
La Salvimar, dopo attenti studi, ha osservato, appunto, che nelle pinne lunghe avviene la stessa cosa; minore è la sezione alla base della scarpetta, maggiore sarà il numero di particelle di acqua convogliate verso la fine della pala, con conseguente ottimizzazione della falcata. I longheroni, inoltre, sono completati da clip rigide costampate alla gomma che rendono la scarpetta solidale alla pala, ottimizzando il trasferimento di energia.
La scarpetta incorpora una soletta in polipropilene che fornisce rigidità pur mantenendo una tomaia morbida e leggera (65 shore). Inoltre, permette di migliorare, in abbinata alle clip rigide dei longheroni (di un colore nero lucido), l'adesione tra pala e scarpetta, rendendo la pinna un tutt'uno solidissimo.
La scelta dei materiali ha permesso di ottimizzare il peso e la resistenza grazie a una scarpetta a spessore differenziato e una forma appositamente studiata per poterla alleggerire senza perdere robustezza. Lo spessore differenziato fa si che dove la scarpetta riceve più sollecitazioni, sia stato previsto un aumento di spessore della gomma; ciò comporta che l’energia di pinneggiata venga interamente convogliata alla pala.
Il design della parte anteriore è stato particolarmente curato e ricercato: per proteggere le dita, la parte anteriore della tomaia è chiusa cos’ da non compromettere la comodità e l'efficienza della scarpetta, mentre all'interno del longherone è stata creata una nicchia per l'alluce che garantisce il perfetto allineamento piede-ginocchio e, quindi, una pinneggiata stabile. Questo nuovo concetto di design offre il massimo del comfort e una vestibilità perfetta. Ma non è tutto. Le Speeder HD possono essere indossate anche senza calzare.
In Salvimar si è poi studiato a lungo anche il sistema di innesto, migliorando di fatto la funzionalità complessiva del prodotto. La pala viene assicurata alla scarpetta, oltre che a incastro, anche tramite due viti inox posizionate in prossimità dell’arco plantare. In questa zona, inoltre, troviamo due scanalature ben marcate che servono a incanalare l’acqua verso il corpo della pala.
La Speeder Carbo HD è realizzata in fibra di carbonio TW-K03 Pre-Peg a elevato modulo e viene realizzata in autoclave. Soluzione che è stata scelta per evitare la presenza di bolle d’aria e punti deboli; in più, la Salvimar ha ottimizzato la quantità di resina che lega tra loro le fibre di composito. “Il carbonio K03 offre prestazioni elevatissime con un’ottima risposta alla flessione e alla resistenza agli urti”, ci spiegano in aziuenda.
L’innovativo processo di applicazione degli strati di carbonio consente di ottenere una struttura a spessore differenziato molto precisa, riuscendo a calibrare l’esatta dimensione della pala nei punti di flessione e di spinta; ciò garantisce un buon rendimento e un ottimo ritorno elastico pur minimizzando lo sforzo. Sono presenti water rail in gomma di circa un centimetro che terminano in prossimità della base della punta.
Quattro le calzate: 39/40, 41/42, 43/44 e 45/46.
In mare
Vento da sud che sferza le coste di Civitavecchia. Siamo nel mese di gennaio, in una parentesi di tempo in cui l’acqua raggiunge i 14 gradi; c’è vento che movimenta gli strati più caldi e, allo stesso tempo, nelle prime ore, spazza via il pulviscolo di sospensione. Giornata perfetta per tentare il colpaccio!
Sono su un sassone lavico a indossare le pinne dopo essermi vestito frettolosamente sotto la doccia vista la temperatura esterna. La scarpetta entra senza alcun problema; ho scelto la 39/40 e devo dire che rispecchia precisamente il mio numero di scarpe.
Voglio testare le Speeder Carbo HD pescando a segnale su alcune tane di saraghi e corvine. Parto verso il primo waypoint, che dista a circa 200 metri. Uso questa distanza per cercare di capire il comportamento delle pinne; ogni modello ha infatti la sua falcata, che ottimizza le caratteristiche per cui nasce. Essendo studiate e realizzate per i fisici più allenati, e avendo una mescola più “hard”, la falcata migliore è quella più stretta.
La gamba, nonostante il ritmo della pinneggiata, non si affatica, però percepisco che non è un modello per tutti; pesco abitualmente con pinne a mescola dura, specialmente in inverno, quindi sono abituato, ma capisco anche che potrebbe risultare faticosa per chi non è abituato. Arrivato sulla tana “sentinella” (chiamata così perché se qui non c’è nulla, è inutile proseguire), preparo il tuffo e scendo. Ci sono una quindicina di metri e mi accorgo subito che la visibilità non è delle migliori. Mi affaccio alla tana a testa in giù, puntando l’Ares 75, ma nulla, è vuota! Mi rigiro per risalire e la staccata dal fondo delle Speeder Camo HD è davvero poderosa. Un nulla e sono in superficie! Dovrò però cambiare tecnica di pesca perché continuare in tana sarebbe inutile, quindi indosso lo schienalino, che fino a quel momento giaceva sulla plancetta e vado verso terra alla ricerca di qualche spigola.
Affronto il bassofondo alternando agguato e aspetto, quindi con una pesata “strong” vista la poca profondità, ma le pinne non “perdono di potenza”, anzi, continuano a spingere che è una meraviglia nonostante i molti chili tra cintura e schienalino.
Una spigola di medie dimensioni la fa franca poichè urto la punta della pala destra contro uno scoglio, dopo che una piccola onda mi ha spostato dal mio appostamento. Non mi perdo d’animo e cerco di calcolare mentalmente la lunghezza della pinna per gli appostamenti successivi e così facendo metto a cavetto tre bei muggini, ma purtroppo di branzini nemmeno l’ombra.
Per oggi posso reputarmi soddisfatto, la cena è salva, decido allora di terminare la pescata e nel tragitto di ritorno confabulo tra me e me sul rendimento di questa pinna.
Queste le mie considerazioni. Le Speeder Carbo HD hanno bisogno di una gamba allenata e danno il loro meglio quando si pesca in medio/alto fondale, regalando uno stacco dal terreno e una spinta eccezionali. Ottime anche quando si scende con tanti chili in cintura, come durante le scorribande invernali, a patto di tenere una falcata abbastanza stretta. Le ho trovate di ottima fattura, piuttosto resistenti e destinate a pescatori già esperti, perché non di facilissima gestione per i neofiti.
Durante le uscite successive (una decina) hanno confermato le ottime impressioni avute inizialmente anche scendendo a quote leggermente superiori.
Diamo i numeri
Progetto: Grande cura dei dettagli per un prodotto destinato ai più esperti e, allo stesso tempo, con caratteristiche ottimizzate e con soluzioni tecniche all’avanguardia, realizzate tutte nello stabilimento ligure 9
Materiali: Pala in fibra di carbonio TW-K03 Pre-Peg e scarpetta in gomma morbidissima (65 store) sulla tomaia 8
Prestazioni: La pinna dà il meglio quando si ha tanto piombo, come nella pesca invernale, oppure se si pesca nel medio e alto fondale; con una falcata stretta e “allegra” è top 9
Design: L’innovativo disegno della scarpetta, l’area di innesto con la pala minimizzata al massimo e la pala a spessore differenziato sono valori aggiunti importanti 8
Confort: La scarpetta Speeder, come già scritto in passato, è comodissima. Il piede è ben avvolto e la nicchia per l’alluce scongiura i fastidiosi crampi alle dita a cui siamo abituati. In estate, può anche essere evitato il calzare. La pinna è destinata a fisici allenati, altrimenti si potrebbe “soffrirla” 9
Rapporto qualità/prezzo: circa 300 euro per queste pinne tutte Made in Italy. Direi niente male! 9