Abbiamo sentito il parere di atleti, di forti pescatori, di negozianti per capire pro e contro di queste due tipologie di fucili, che negli anni si sono evolute con le testate sottovuoto da una parte e con i sistemi Vela e inverter
Emiliano Brasini
Luigi Puretti
In carriera ho usato tutti i tipi di fucili e tutti tipi di propulsione. Anche se mi avete visto poco con il pneumatico, dovete sapere che ho iniziato a effettuare le prime prove una ventina d’anni fa e ricordo che appena uscirono i Mamba (i primi sottovuoto) mi ci sono dilettato per un po’ di tempo; lo stesso dicasi con i Seawolf una quindicina di anni fa, quando ho iniziato a sparare con i primi demoltiplicati. Insomma, mi sono fatto una discreta esperienza e prima di dare un parere vorrei ribadire che la caratteristica principale che deve avere un fucile per essere il migliore (per noi naturalmente) è il feeling. Senza di quello, il resto passa in secondo piano.
Ecco un breve elenco delle caratteristiche principali che caratterizzano un fucile, facendo un paragone tra oleo e demoltiplicati.
Efficienza
Il fucile ad aria è sicuramente il più efficiente; per efficienza intendo il rapporto vantaggioso tra lo sforzo per caricarlo e l’energia che viene poi trasmessa all’asta. Quindi la forza d’impatto sul bersaglio. Questo rapporto è assolutamente vantaggioso. Da considerare che nell’oleo è una questione principalmente tecnica più che di forza, ma trattandosi di un solo e singolo sforzo, questo non può superare, per una questione fisica, un tot di chili; ora non ricordo se 40 o 50, oltre, nessun essere umano è in grado di applicarla.
Il vantaggio dei demoltiplicati sta nel fatto di poter alzare il carico quasi all’infinito, aggiungendo elastici o accorciandoli e trovando sistemi di demoltiplica diversi. Quindi il caricamento viene frazionato in più fasi e, pur essendo sottoposto a una quantità sicuramente maggiore di dispersioni energetiche e di attriti, sull’asta possiamo imprimere un carico superiore rispetto al pneumatico.
Meccanismo di sgancio
Negli ultimi anni sono stati fatti notevoli miglioramenti negli sganci dei pneumatici; comunque, è palese che il meccanismo di un arbalete rimane in ogni caso più sensibile. Quando provai i primi fucili ad aria 20 anni fa fu quasi impossibile riuscire ad abituarmi, ultimamente però un po’ tutte le aziende si sono adeguate e hanno migliorato questo aspetto. Non arrivando alla sensibilità di quelli montati sugli arbalete classici, ritengo che ormai lo standard sia comunque abbastanza alto.
Un altro punto sul quale non c’è assolutamente discussione è il brandeggio. Quello dei modelli ad aria, sia per le dimensioni più contenute e sia per la forma cilindrica e per l’assenza di elastici, risulta inarrivabile per qualsiasi demoltiplicato.
Tiro e gittata
Pur avendo un sistema più efficiente, il pneumatico soffre del fatto di dover essere caricato in una sola volta e quindi, fin quando si utilizzano aste da 7 o da 7,25 mm, probabilmente esprime il massimo della sua efficienza, con tiri di tutto rispetto. Oltre, quando si parla di aste più importanti, il demoltiplicato, o inverter che sia, ha qualcosa in più perché permette di immagazzinare 150, 200 chili di energia grazie al caricamento frazionato e con aste da 7,5, 8, 8,5 mm risulta sicuramente più performante.
Altro punto a favore del pneumatico è la possibilità di disporre di un riduttore di potenza, un accessorio davvero comodo. Poniamo di pescare all’aspetto e, magari, di decidere di cambiare strategia durante il tuffo perché abbiamo visto un pesce intanato. Agendo sul riduttore potremo sparare in tana senza rischiare di spaccare l’asta sugli scogli.
A sfavore del pneumatico c’è la lunghezza delle aste! Diverse volte mi è capitato di sparare a una grossa cernia fuori dalla tana oppure a un dentice e l’asta molto più corta rispetto a quella di un lungo arbalete sicuramente facilita l’entrata in tana del pesce, con il rischio che vada a incastrarsi tra i meandri di roccia. Invece, mi è capitato tantissime volte di sparare a prede importanti all’aspetto o in caduta e proprio la lunga asta, da 150 /160 cm dell’arbalete, aveva impedito al pesce di intanarsi! Una cosa molto importante per me perché dove pesco di solito ci sono enormi cigli, dove il pesce cerca subito di infilarsi.
Nonostante abbia provato un po’ tutti tipi di fucile, nell’ultimo periodo sono tornato al classico doppio elastico: il Victory 120/130 con un’asta da 7mm, che rappresenta il giusto compromesso tra tutte le caratteristiche appena descritte: estrema precisione, facilità di caricamento e ottima gittata.
Giacomo Demola
Io vado controcorrente, perché non uso ne pneumatico nè sistema vela. Preferisco infatti arbalete a doppia gomma. Pesco di solito con lo Sniper dotato di sistema close track, aste da 6,75 ed elastici da 16 o anche da 14. Sui modelli da 115, quelli per aspetto/agguato, utilizzo questo tipo di configurazione o, al massimo, un roller, sempre Sniper e sempre con asta da 6,75 e un solo elastico. Monto un mono da 16 e un booster da 14, però sono fucili che utilizzo veramente poco; preferisco avvicinarmi molto al pesce dando la priorità alle capacità del pescatore piuttosto che alla gittata del fucile.
in linea di massima propendo più dalla parte dell’arbalete poiché lo ritengo molto più istintivo. Insomma, vedi l'asta e riesci a mettere in linea la preda.
Marco Bardi
Il mio principio è piuttosto semplice e si basa su anni e anni di studi e di prove in mare. In sintesi, trovo che non vada data tutta la “responsabilità” al fucile, ma dobbiamo essere noi a saper gestire l'azione e a far avvicinare il pesce o, al contento, avvicinarci noi stessi alla preda. Ragion per cui non sono mai stato un fanatico in tal senso. Riguardo i fucili superpotenti, inoltre, spesso e volentieri quando si va alla ricerca dell’arma particolare, della potenza a tutti i costi, si finisce per sbagliare i tiri perché, ovviamente, si perde in precisione e tante volte si perde anche quella percezione della capacità di sparare nell'attimo giusto che, spesso, è in grado di fare davvero la differenza rispetto al fucile stesso. Ovviamente, ritengo che un buon fucile sia indispensabile, però il mio concetto è di avere tra le mani un’arma facile da brandeggiare e con una sensibilità di sgancio il migliore possibile.
E questo già spiega perché non mi piacciono tutti questi sistemi, Vela, roller eccetera perché si brandeggiano male, si perde sensibilità di sgancio. A me piacciono i fucili senza troppi orpelli e complicazioni.
Premesso ciò, paradossalmente se avessi un fucile che spara a 10 metri non sarei contento. Come se ci fosse un’arma dotata di mirino laser che colpisce il pesce in quel punto esatto, e così via. E’ un po’ come cacciare con una carabina di precisione o con l'arco e la freccia. È chiaro che con l'arco e la freccia hai molte più difficoltà, però la soddisfazione è nettamente superiore. Quindi, la mia scelta deriva più da una filosofia, di come intendo io la pesca, piuttosto che da una questione puramente tecnica.
Ecco perché mi piace il fucile a elastici tradizionale. Mi è infatti capitato con i pneumatici di avere delle perdite di aria, delle problematiche e poi non ha la stessa sensibilità di sgancio, non ha la stessa silenziosità; insomma, mi dà l'idea di pescare con qualcosa di macchinoso. Al tempo stesso non mi piacciono i sistemi come il Vela, il roller e così via per lo stesso motivo. Li vivo come complessi, difficili da brandeggiare, difficili da caricare. Un po’ troppo estremizzati. A me piace cacciare nel modo più naturale possibile. E dunque cerco la semplicità anche nelle mie armi. Però, mi metto anche nei panni di chi, spesso, non riesce ad arrivare a tiro del pesce e magari ha bisogno di quel mezzo metro in più. E allora ben vengano questi sistemi.
Umberto Pelizzari
Sto pescando con i Mister Carbon, in particolare con il 115 monoscocca; e so che a breve uscirà un inverter nuovo. E’ già stato testato anche da Calvino, però non l’ho ancora usato, ma mi hanno detto che va davvero bene, mentre i pneumatici con la testata sottovuoto non li uso. Ci ha provato 4 o 5 anni fa, però non mi ci sono proprio trovato, e ho lasciato perdere. L’avevo testato per 2 o 3 settimane, ma niente, non c’era feeling. Non mi interessa dover velocizzare i tempi di ricarica, non sono un garista. Mi tengo pertanto i miei arbalete e vado avanti con quelli.
Rocco Cuccaro
Preferisco il sistema Vela senza ombra di dubbio perché ho sempre sparato con gli arbalete, mentre i pneumatici non mi hanno mai attirato più di tanto; sinceramente non ci ho mai sparato. Caricare un 120 molto pompato mi spaventa un pochino e dunque non mi ci sono mai avvicinato. Meglio il Vela e i moltiplicati. Li preferisco soprattutto per la totale assenza totale di rinculo e per avere la linea di tiro più libera e naturale.
Mariano Satta
Ho usato gli oleo fin dalla loro nascita e ho seguito la loro evoluzione nel tempo. Poi, arrivarono gli arbalete negli anni ’70 e iniziò la loro evoluzione, che li portò a guadagnarsi la supremazia sul mercato. Io stesso lasciai i pneumatici a favore degli arbalete, per precisione, leggerezza e affidabilità. Con l'olio ho sempre dovuto mirare sul lato sinistro per riuscire ad allineare l'asta sul pesce e dover sparare sulla sagoma quando offriva il fianco. L'arbalete, invece, mi ha sempre permesso di puntare direttamente e anche di sparare senza che il pesce avesse il tempo di girarsi. In seguito, varie aziende hanno investito sui fucili ad aria introducendo soluzioni che li portavano ad assomigliare sempre di più agli arbalete.
Premesso ciò, trovo che al giorno d'oggi la pesca all'aspetto si è evoluta parecchio: dalla scuola siciliana che richiedeva l'immobilismo assoluto, all'aspetto statico e dinamico dei giorni nostri. Ora, il sistema Vela, con le dovute esperienze, permette catture che solo qualche decina di anni fa risultavano impossibili. I tempi sono cambiati e il pesce è sempre meno e più profondo. Il mio parere è che un pneumatico di ultima generazione continua a essere preferito da pochi e forti pescatori, mentre il Vela abbraccia una percentuale maggiore di aspettisti, per le solite motivazioni. Precisione, puntamento, potenza, sensibilità del grilletto anche con elevati carichi di gomme. Nel tempo si sono evoluti parallelamente, però il divario a favore del sistema Vela continua a prevalere.
Francesco Stinga
Oleo o Vela, qual è il migliore? Bella domanda! Personalmente, sono un po’ di parte essendo cresciuto con i fucili ad aria e chi mi conosce sa quanto mi ci trovi a mio agio. Pur non avendo una grande esperienza con il sistema Vela, nel corso degli anni ho avuto modo di provarlo e di formarmi un’opinione anche grazie ai consigli di amici pescatori. Entrambi i sistemi sono estremamente validi e, a mio parere, non è tanto il tipo di fucile a fare la differenza, se non in casi rari. La chiave sta nell’abitudine e nel feeling che si sviluppano con la nostra arma. Io, avendo sempre usato l’oleo, ho una grande confidenza. Gli errori capitano, come credo accada anche con il Vela, ma è la sensazione di sicurezza che dà il mio fucile a fare la differenza.
Per quanto riguarda i Vela, indubbiamente vantano una maggiore precisione e, in alcuni casi, una gittata superiore. Tuttavia, li trovo meno pratici: le gomme da caricare sono un po’ estremizzate. Inoltre, sebbene sia ben settato, basta poco affinché il fucile perda potenza, il che mi toglie tranquillità. Un altro aspetto che non mi piace è che gli elastici si usurano più velocemente e occorre sostituirli con maggiore frequenza, il che può diventare oneroso. Inoltre, la temperatura dell’acqua influisce sugli elastici, alterandone le prestazioni. In più, se il fucile resta fermo a lungo, anche senza essere usato, gli elastici vanno comunque sostituiti.
Dall’altra parte, trovo l’oleo decisamente più pratico. Una volta imparata la tecnica di caricamento, il fucile è facile e veloce da sistemare. La canna da 13 millimetri offre una buona gittata e la cosa che più apprezzo è il riduttore di potenza. Un sistema che ti permette di regolare la potenza del colpo con estrema facilità, semplicemente usando il pollice, il che ti consente di sparare a prede vicine, magari in tana, senza preoccuparti che l’asta si possa rovinare. Inoltre, il brandeggio è eccellente: l’arma si muove facilmente in ogni direzione senza alcun intoppo. Un altro punto a favore è la sua bassa manutenzione: mi è capitato di non usare il fucile per lungo tempo, anche per un anno intero e quando l’ho ripreso ha sempre sparato allo stesso modo, senza dover fare alcuna regolazione.
Luca Vallicelli
Sono tanti anni che pesco con entrambi i tipi di fucile, ovvero a elastico (i classici arbalete) e pneumatico. Li alterno in base alle pescate e alle situazioni. E mi trovo bene con entrambi, nonostante alcuni miei colleghi abbiano difficoltà a passare da uno all'altro per via della diversa linea di tiro e di mira. Il notevole progresso tecnico cui sono state protagoniste le attrezzature negli ultimi anni secondo me ha fatto “riemergere” i fucili ad aria da un certo anonimato in cui erano caduti. E’ coinciso con l'avvento della testata sottovuoto e con il suo perfezionamento; armi che necessitano di poca manutenzione, rimanendo comunque affidabili da un punto di vista di tenuta della carica. Inoltre, la testata sottovuoto permette di caricare un fucile a molte meno atmosfere e avere una resa incredibile. Tuttavia, anche l’arbalete nel corso degli anni ha avuto un’evoluzione importante, soprattutto con l'avvento dei nuovi sistemi di propulsione (inverter, Vela e roller), che rappresentano una valida alternativa al fucile ad aria in quanto eliminano quasi del tutto il fastidioso rinculo che caratterizzano i doppio e triplo elastico di vecchia generazione.
Detto ciò, ecco secondo la mia esperienza pregi e difetti di entrambi. Praticità di caricamento e manutenzione: oleo facile da caricare e più rapito del Vela, che risulta complicato; per la manutenzione i nuovi sottovuoto praticamente non necessitano di nulla, mentre il sistema Vela va fatto controllare dalla fabbrica o da chi, comunque, fa allestimenti di mestiere. Gittata: forse i sistemi Vela super performanti hanno qualcosa in più, anche se gli oleo lunghi con canna da 13 garantiscono comunque prestazioni importanti. Brandeggio: oleo tutta la vita, imbracciaree un 130 equivale a un 90 a elastico.
MassimilianoPierro/Fabio Aleandri (Emporio dl Pescatore)
E’ una domanda che ci sentiamo fare spesso in negozio, specie da quando, da un lato, si sono affacciati sul mercato le moderne tecnologie delle testate sottovuoto, molto più semplici da applicare anche nei fucili ad aria più “vecchi” e, dall’altro, esistono aziende che hanno sdoganato il Vela da prodotto meramente artigianale, rendendolo più accessibile anche al grande pubblico. Pur avendo una nostra personale preferenza, cercheremo di essere il più obiettivi possibile, elencando i pro e i contro tra le due opzioni.
Oleo
Pro. Estremamente potente, ma con un ingombro più contenuto rispetto a qualsiasi arbalete. Questo e la totale mancanza di elastici rendono il suo brandeggio impareggiabile. Con i nuovi accorgimenti tecnici ha prestazioni enormemente superiori rispetto a qualche anno fa; di conseguenza, è adatto a tutti i tipi di pesca all’aspetto, anche in acqua torbidissima, senza contare che l’impiego del variatore può aumentarne la versatilità anche in tane o dentro spacchi difficili.
Con alcune tecniche, come ad esempio la pesca profonda, il sistema sottovuoto, risentendo poco degli effetti dell’aumento della pressione, ci garantisce una costanza di prestazioni dalla superficie fino alle quote più impegnative.
Non da ultimo, spesso ha un prezzo mediamente più contenuto dell’arbalete, il che lo rende appetibile anche ai curiosi, a quelli che vogliono cimentarsi con un fucile “diverso”.
Contro: in primis la sensibilità del grilletto: anche se molto migliorata negli ultimi tempi, non si avvicina minimamente a quella di un buon arbalete. Il problema si può ridurre notevolmente ricorrendo a un’accessoristica after market, ma certamente richiede un intervento tecnico specializzato.
Mirare un pesce risulta meno naturale visto che l’asta si trova diversi centimetri sotto il mirino.
La manutenzione deve essere svolta da persone esperte ed eventuali problematiche a componenti interne sono celate dalla vista, quindi, a differenza di un arbalete, dove se un elastico è rovinato ce ne accorgiamo e lo cambiamo, un fucile pneumatico può riservarci qualche brutta sorpresa proprio prima di iniziare il tuffo.
Forme e materiali cambiano poco tra un modello e l’altro, non dando la possibilità di poter fare una scelta anche per l’aspetto estetico. Sembra un argomento superfluo, ma visto che in mare ci si va per divertirsi, avere un bell’oggetto tra le mani rappresenta un valore aggiunto.
Infine, la necessità di avere sempre il carichino appresso e, a volte, qualche difficoltà nell’armare i modelli più lunghi.
Vela
Pro. Ampio ventaglio di configurazioni riguardo la potenza, che possiamo gestire senza l’intervento di personale specializzato.
Notevole abbattimento del rinculo anche con aste pesanti.
Linea di mira pulitissima perché gli elastici si trovano tutti parte inferiore del fusto.
Come tutti i fucili ad elastico, può avere diverse forme e diversi materiali, così da dare un’ampia scelta per l’acquisto.
Sensibilità del grilletto elevata con conseguente aumento della precisione.
Possibilità di intervenire sul fucile con una competenza minima: pochi attrezzi e in qualsiasi luogo.
Contro.La massa, a differenza dell’oleo, è senz’altro maggiore, visto che la propulsione avviene all’esterno del fusto e non all’interno. Risultato: il brandeggio ne viene penalizzato.
Nella pesca profonda, per via dello schiacciamento esercitato dalla pressione, bisogna giocoforza aumentare il diametro e spesso il numero degli elastici rendendo il fucile meno agile da manovrare e più complesso da gestire
Costo spesso più elevato: anche la sostituzione degli elastici ha un costo discreto se si vuole avere un’arma sempre al meglio delle prestazioni.
Dunque… a voi la scelta.
Stefano Mazzi (Acquasport)
Tra i tanti quesiti che ci vengono posti in negozio, uno dei più frequenti è senza dubbio: “Qual è il fucile migliore tra il pneumatico e il roller inverter?” La risposta, tuttavia, non è così semplice. Non esiste un’arma “migliore” in senso assoluto: si tratta piuttosto di strumenti con caratteristiche specifiche che possono soddisfare esigenze diverse.
Vediamo di entrare più nel merito del discorso.
Pneumatico: potenza e versatilità
E’ probabilmente il fucile più diffuso tra i pescatori esperti. Disponibile in molteplici modelli, lunghezze e configurazioni, il suo principio di funzionamento è essenzialmente invariato da decenni. Si basa su un sistema ad aria compressa che, tramite un pistone che scorre all'interno di una canna, spinge l'asta verso il bersaglio.
I componenti principali includono: impugnatura in plastica con grilletto e variatore di potenza; fusto cilindrico in alluminio (o in carbonio nei modelli più avanzati); testata in alluminio, spesso smontabile a mano per sostituire la guarnizione sottovuoto.
Le innovazioni più recenti si concentrano sul sistema di sottovuoto, che elimina l'acqua dalla canna. Questo riduce l'attrito, migliorando la velocità e la potenza del tiro. Grazie a questa tecnologia, è possibile utilizzare pressioni di carico più basse, rendendo il caricamento più agevole.
Consigli sulla scelta
La lunghezza del fucile pneumatico dipende dal tipo di pesca. Tana: modelli compatti (max 70 cm); agguato o aspetto: lunghezza massima di 80/90 cm; aspetto puro: dai 90 cm in su, fino a oltre 130.
Per chi cerca potenza e gittata elevate, un fucile lungo con pistone da 12/13 millimetri e aste di diametro fino a 10 millimetri è ideale. Tuttavia, il caricamento richiede esperienza e, nei modelli più lunghi, un carichino a bretella può risultare indispensabile.
Roller inverter: tecnologia e precisione
Rappresenta l'evoluzione tecnologica dell'arbalete tradizionale. Questo sistema è progettato per la pesca all'aspetto e per insidiare prede di grandi dimensioni. La caratteristica principale è il sistema di elastici che, grazie a un percorso complesso con carrucole, garantisce una spinta costante fino all'uscita dell'asta.
Le strutture più comuni includono materiali come: legno, per assorbire le vibrazioni; carbonio, per leggerezza e rigidità; alluminio, con design a osso di seppia per garantire stabilità.
Punti di forza
Il roller inverter è apprezzato per potenza e silenziosità; basso rinculo, grazie alla distribuzione uniforme delle forze; elevata precisione, ideale per prede difficili e a lunga distanza.
Tuttavia, richiede una configurazione proporzionata tra elastici, massa e asta. Inoltre, il caricamento è meno rapido rispetto ad altri sistemi, rendendolo meno adatto agli agonisti.
Confronto diretto: pro e contro
Pneumatico
Pro Compatto e versatile rispetto al roller inverter; gestione rapida della potenza tramite variatore; minimo rinculo se ben bilanciato.
Contro Caricamento difficile senza esperienza; manutenzione costosa e complessa; richiede una messa a punto personalizzata per rendere al meglio.
Roller inverter
Pro Elevata potenza e precisione; silenziosità e bassissimo rinculo; necessita di poca manutenzione con una corretta gestione.
Contro Più ingombrante rispetto al pneumatico; caricamento e preparazione più lenti; prezzo elevato, sia per l'acquisto che per eventuali modifiche.
Conclusione
La scelta tra le due tipologie di arma dipende principalmente dal tipo di pesca che si intende praticare e dal livello di esperienza. Il pneumatico è ideale per chi cerca un fucile compatto e versatile, mentre il roller inverter offre prestazioni straordinarie per i più esperti e meticolosi.
Indipendentemente dalla scelta, ricordate sempre di rispettare le specifiche tecniche fornite dal produttore e di eseguire una manutenzione regolare per garantire prestazioni ottimali e sicurezza.