Un nuovo upgrade per questa pinna, che ora viene proposta con la nuova pala trasparente
Jack Cubeddu
Siamo in un mercato quasi totalmente saturo di idee, dove le aziende lavorano più sul miglioramento dei materiali che sulla scoperta di nuove soluzioni. Nelle pinne la varietà di pale si basa principalmente su materiali differenti tra loro, in particolare se si pensa ai compositi. C’è però qualcosa di diverso, qualcosa che è stato ideato da C4: la UP Ghost, la nuova e unica pinna con la pala trasparente presente sul mercato.
Un terreno ostico quello ddalle “trasparenze”, rovinato da un primo modello proposta tempo addietro da un'altra azienda, che a causa di diverse rotture ha contribuito a creare una reputazione negativa, che oscurava l’utilità e l’unicità del prodotto.
Ora l’azienda lombarda ha deciso di sfruttare a suo favore le problematiche riscontrate in passato, trasformandole in punti di partenza su cui lavorare.
La prima mossa è stata quella di dedicare una costola del loro organico alla produzione e allo studio degli articoli a iniezione plastica. Da qui è scaturita la ricerca di un materiale altamente performante, resistente e che inglobasse il tutto mantenendo le trasparenze.
Si è arrivati così alla scoperta di un tecnopolimero particolare e unico, con un costo tre volte più alto di qualsiasi altro materiale plastico per la produzione delle pale, e che ha richiesto stampi e modalità di stampaggio specifici.
«La risultante è una pala che ha superato i test di rottura più impegnativi mai svolti, a cui non vengono sottoposti neanche i modelli in carbonio - ci hanno spiegato in C4 -. Uno su tutti, un ciclo di robot in piscina tra i più probanti mai svolti da C4, durato ben otto mesi e con ben 1.411.200 cicli totali. E se questo non bastasse ancora, i test sono proseguiti grazie al nostro team di atleti in giro per il mondo, che ha completato lo stress dei prototipi tra acqua dolce e salata».
Insomma, una pala altamente robusta, che in nessun caso ha portato a rotture, neanche se sottoposta a sollecitazioni eccessive (tipo lo schianto sulle rocce) come si è visto fare da alcuni membri del team sui social. Sicuramente un prodotto innovativo e cento per cento Made in Italy.
Vediamolo ora nei dettagli. Estratte le pinne dalla busta trasparente, notiamo subito l’ormai immancabile abbinata con la scarpetta 250, che abbiamo avuto modo di testare e conoscere su vari modelli, esaltandone efficienza, design ma, soprattutto, confort. La nuova pala Up Ghost viene bloccata tramite due mini-longheroni e fissata con la vite con dado a presa a mano. E’ totalmente trasparente, ma con al centro due parti opache simili a delle ali. Soluzione che permette di evitare riflessi indesiderati, soprattutto durante l’utilizzo nel bassissimo fondo nelle giornate di sole .
A un primo sguardo, la struttura è semplice, essenziale, si notano solo i piccoli water rail trasparenti presenti verso la punta e le due nervature inserite sotto la pala, che implementano la resistenza la trasmissione del moto. Ma il vero segreto è nascosto nel tecnopolimero impiegato. Un prodotto estremamente robusto, elastico e reattivo, tanto da «avvicinarsi come resa ad alcuni modelli in carbonio», ci ribadiscono in C4.
La nuova Up Ghost viene proposta con in un’unica durezza, definita Medium. Le taglie disponibili vanno dalla 36/37 alla 44/45 e il prezzo consigliato è di 170 €.
In mare
Essendo da anni all’interno del team C4, sarebbe ipocrita non riconoscere di aver partecipato attivamente alla prova dei diversi prototipi, senza però nascondervi che nei modelli testati si è sempre lavorato su migliorie e up grade estetici, senza mai riscontrare rotture o cedimenti strutturali. Si potrebbe dunque definire un progetto costruito su basi solide, probabilmente in conseguenza di quanto era accaduto in passato ad altri brand.
Dopo questa doverosa premessa, non posso comunque nascondere che dopo mesi di silenzio post test fremevo all’idea di vedere il prodotto definitivo, che avrei provato e testato per la rivista. Sia per la curiosità delle migliorie proposte e segnalate, sia per mostrare quanto siano d’impatto per chi, come me, ama pescare anche in pochi metri. Ricevo così il modello definitivo e quale migliore occasione di utilizzo se non durante un’uscita partendo da terra?
E’ ormai fin superfluo rimarcare la comodità delle scarpette 250, in questo caso taglia 41/42. L’angolazione della pala di 29 gradi, più la preforma della scarpetta di 3, permette di tenere una postura della caviglia rilassata, agevolando la pinneggiata.
La pala è davvero eccezionale sul lato prestazionale. Nonostante l’eccesso di piombo causato dallo schienalino, la pinna regge egregiamente lo stress, spostandomi energicamente in superficie e dando un incentivo interessante nello stacco dal fondo.
Ma passiamo al suo cavallo di battaglia, ossia la trasparenza. Viene da ridere, ma la maggior parte delle mie azioni nel bassofondo le conduco dando un’occhiata alle spalle, per vedere di ‘persona” l’adattarsi della pala alle diverse sfumature del terreno.
Un tutt’uno sulla posidonia, un camaleonte sulla sabbia, un collage di colori sulla roccia, con l’opaco che credevo inizialmente venisse condizionato e, invece, incredibilmente si adatta benissimo al fondale, accentuando ancor di più lo stacco mimetico e riducendo al minimo le specchiate del sole, che trova gioco facile nella trasparenza dell’acqua.
Tolto lo schienalino, provo a esplorare alcune pietre conosciute poco distanti da riva. Anche sui tuffi più impegnativi la Ghost di destreggia in maniera impeccabile. La dicitura sul sito descrive la pala come Medium, anche se la sensazione è quella di una flessione fluida, paragonabile a una soft, ma con tutti i vantaggi di spinta e propulsione della durezza dichiarata.
Faccio su e giù attorno ai venti metri e la pinna si comporta alla grande. Ottimo lo stacco dal fondo e buona la velocità di crociera se rapportata allo sforzo. Direi una pinna consigliabile sia agli amanti del bassofondo, che cercano un valido compromesso tra mimetismo e prestazione, ma anche a chi bazzica batimetriche più importanti e non vuole acquistare un carbonio d’alta fascia.
Sulla via del ritorno, è tempo delle consuete valutazioni post pescata. Le catture del giorno non saranno certo merito esclusivo delle pinne, ma è incredibile come abbiano influito a un migliore mimetismo nonostante una misura fuoritutto di circa novanta centimetri, che si riduce a una lunghezza visiva della sola scarpetta, occultando completamente la pala.
Dopo diverse ore d’acqua la stanchezza alla gambe è quasi nulla. Il tecnopolimero impiegato è davvero interessante e no mi fa sentire la nostalgia “del carbonio”. Quale miglior vanto per un plasticone!?
Insomma, una pinna energica, robusta e che probabilmente niente o poco ha a che vedere con i vecchi modelli trasparenti.
Tornato a terra e tolta l’attrezzatura ripongo tutto nel borsone, pronto per il rientro a casa. Nel risciacquarla noto, però, che le pale, stando all’interno della sacca, hanno subito una leggera deformazione verso la punta. Peculiarità dovuta all’elasticità del materiale, altamente robusto e resistente, ma anche flessibile e soggetto alla deformazione. Consiglio pertanto di riporle sempre su una superficie il più possibile piana. Ma nel caso dovesse accadere, nessuna paura. Sarà sufficiente mettere le Ghost su un piano ponendo dei pesi sui punti di interesse nel senso contrario della piega. Dopo qualche ora tutto tornerà come prima.
In più, la C4 propone nel package di vendita una comodo applique che permette, inserendola nella scarpetta, di appendere le pinne, scongiurando il problema a monte
Ai voti
Struttura: 8,5 Semplice e funzionale, che permette alla pinna di comportarsi al meglio in tutte le situazioni
Materiali: 10 Per far sparire i fantasmi del passato, C4 ha dovuto lavorare a ritmi elevati sulla ricerca del giusto materiale, che racchiudesse elasticità, leggerezza ma soprattutto robustezza. Il tutto, non dimentichiamolo, in chiave trasparente. Visti i risultati, sembra che ci siano riusciti! Noi l’abbiamo infatti usata in diverse uscite senza riscontrare alcun problema
Comfort: 9 La 250 rimane tra le migliori scarpette in circolazione. In aggiunta alle ormai immancabili inclinazioni made in C4, si ottiene un prodotto piacevole ai piedi e senza creare fastidi anche dopo un utilizzo intenso
Prestazioni: 9 Già piacevolmente sorpresi dalla resa della Up classiche, c’è da rimanere stupiti dalle prestazioni della versione Ghost. Effettuare un tuffo a venti metri e sentirsi più che bene, significa che la gamba, abituata alla resa del carbonio, non ne sente la mancanza
Design: 10 La sfida più difficile, oltre a evitare cedimenti o rotture, era quella di creare un prodotto che tenesse le trasparenza. Il risultato è un mimetismo fuori dai canoni, con la pinna che sparisce completamente adattandosi al fondale. Camaleontica!
Rapporto qualità/prezzo:7 Il prezzo non è dei più economici, ma è giustificato ampiamente dal prodotto, sia sul lato prestazionale che sul fattore estetico, essendo unica nel suo genere