Di pinne ce ne sono tante, anzi tantissime. Ci sono quelle in carbonio che si flettono in risonanza, quelle in tecnopolimero leggero che esprimono la classica propulsione a "c", ma quelle che effettivamente mancavano e che cercavo da tempo erano pinne d'allenamento che aiutassero l'apneista, muscolarmente e senza compromettere la tecnica, come invece accade con i modelli corti tipici del nuoto. Le Wolverine sono esattamente questo
Filippo Carletti
Si tratta di un modello in silicone morbidissimo, estremamente gradevole all'occhio e comodo, anche per merito della scarpetta aperta. Questo fa sì che non strusci sopra il tallone ma che, invece, mantenga una certa stabilità senza stringere troppo intorno alla caviglia.
La struttura permette un buon controllo della pala, che invece va progressivamente a perdersi nelle pinne più lunghe e infatti, durante il test, calciando, la Wolverine non derapa, restando dritta lungo il suo asse.
Non sono le classiche pinne corte. Sono di una lunghezza medio - corta, piuttosto pesanti, che promettono di mantenere uno sforzo deciso della gamba anche nel momento di stanchezza in cui l’azione comincia a impigrirsi.
Un altro dettaglio che apprezziamo è la distinzione tra destra e pinna sinistra. Finalmente!
Tecnica e funzionamento
La sensazione è quella di avere ai piedi delle pinne lunghe. Sicuramente non corte. Infatti, durante la falcata la gamba si muove mantenendo una certa ampiezza, curando ed esercitando muscoli che, altrimenti, con i modelli corti, non verrebbero coinvolti.
L'elemento significativo che si lega alle tecniche di pinneggiata più moderne, è l'utilizzo, che diventa intuitivo e naturale, della caviglia. Ciò permette di allenarsi senza perdere la corretta tecnica oppure abituandosi a un movimento differente.
Altro rischio di un allenamento con le pinne è quello di perdere falcata o frequenza mano a mano che la stanchezza inizia a farsi sentire. Questo, grazie alla pesantezza e alla loro morbidezza, non accade. Anzi, la gamba continua a cercare la spinta della pala, che infatti si riesce a percepire molto bene anche quando bruciore o stanchezza iniziano a essere comparire.
La struttura delle Wolverine le rende stabili e precise, guidando il movimento senza il rischio di innestare movimenti scomposti e scoordinati.
L’allenamento
Le abbiamo testati sia con esercizi di nuoto pinnato sia su dinamiche e profondità. La buona notizia per gli amanti delle ripetute è sicuramente quella che possono diventare ancora più estenuanti utilizzando questo modello. Sicuramente durante il nuoto gli esercizi di forza resistente e di resistenza alla forza troveranno un maggior carico, per il peso, l'elasticità e la superficie delle pinne.
Ma per l'apnea profonda tale sforzo si traduce in un’importante capacità di gestire le varie fasi del tuffo, imparando davvero bene l'economia del tuffo stesso, dato che l'utilizzo delle Wolverine ci graverà di un consumo assai maggiore. Non ultimo, la tecnica di pinneggiata in risalita sarà messa alla prova!
Qualora si ricerchino, invece, allenamenti di velocità e di alta intensità, le pinne richiederanno una frequenza elevata, con una falcata stretta e composta. Sentiremo i muscoli della gamba faticare su tutta la loro lunghezza, anche intorno al ginocchio, con l’effetto di rafforzarlo!
In sintesi
Non avevo ancora conosciuto pinne di allenamento pensate per l'apnea. Le Wolverine by C4 rappresentano proprio questo. Voto alto, anzi, altissimo!
Restiamo curiosi delle evoluzioni che questo tipo di attrezzatura subirà nei prossimi anni!
Credit: Eugenio Bucci