Cambio al vertice dell’associazione dei Produttori e degli Operatori della Subacquea. Un compito non semplice, che passa dal riavvicinare il settore all’Eudi Show già dalla prossima edizione. Ma non solo …
Anselmo Bozzoni
Romano Pigozzi, Presidente della Best Divers, azienda leader dell’accessoristica subacquea dal 1993, istruttore dal 1990 e Campione italiano acque interne nel 1991, è il nuovo presidente di Assosub. Siamo andati a trovarlo per farci raccontare cosa bolle in pentola.
Sei appena diventato presidente e subito hai una sfida difficile: riavvicinare i pescatori e gli apneisti all’Eudi Show. Dimmi come vi state muovendo per la prossima edizione?
«Riavvicinare i pescatori e gli apneisti alla fiera è una sfida importante, ma siamo già al lavoro. Stiamo pianificando iniziative dedicate, come workshop, dimostrazioni pratiche e incontri con esperti, per far capire quanto l’Eudi Show sia un punto di riferimento per tutti gli appassionati. Vogliamo creare un ambiente accogliente, dove pescatori e apneisti possano condividere esperienze, scambiare idee e sentirsi parte di una grande famiglia. Inoltre, stiamo rafforzando la comunicazione sui social e coinvolgendo le associazioni di settore per aumentare la partecipazione. Insomma, abbiamo dato il via al “Progetto Apnea”, che prevede in primis la valorizzazione dell’ormai famoso Apnea Village, la zona dedicata a questa attività. Stiamo cercando di coinvolgere le aziende specializzate, sia italiane che estere, in modo da fornire all’appassionato una panoramica del mercato più ampia possibile».
In questi 30 anni di fiera come è cambiato il mondo della pesca sia per quanto riguarda i praticanti e sia le aziende?
«Trovo che molto sia cambiato. Le aziende hanno innovato tecnologie e materiali, rendendo le attrezzature più performanti e accessibili. I praticanti sono diventati più consapevoli e attenti alla sostenibilità, e la cultura del rispetto per l’ambiente è cresciuta. La fiera stessa si è evoluta, diventando un punto di incontro non solo commerciale, ma anche di formazione e di condivisione di valori. È stato un percorso di crescita continuo, che ha portato a un settore più professionale e consapevole».
Supponiamo di essere nel 2035: come pensi che sarà il pescatore del futuro?
«Credo che nei prossimi anni si consoliderà una tendenza che ho visto crescere in questi anni: quella del rispetto per l’ambiente. I pescatori, soprattutto le nuove generazioni, hanno una maggiore sensibilità verso la conservazione delle risorse marine. Ormai tutti quelli che praticano questa stupenda attività sono consapevoli che “depredare” il mare sia qualcosa che, oltre a essere dannoso, è completamente inutile. E poi c’è ovviamente il discorso legato alle attrezzature. Nel 2035 il pescatore del futuro sarà sicuramente molto più tecnologico, con attrezzature intelligenti e connesse, magari anche dotate di intelligenza artificiale per migliorare le performance e la sicurezza».
Quanto è importante la comunicazione via social per il successo di una fiera?
«E’ fondamentale. Permette di raggiungere un pubblico più ampio, di creare engagement e di mantenere vivo l’interesse anche tra un’edizione e l’altra. È uno strumento potente per raccontare storie, condividere novità e coinvolgere gli appassionati in modo diretto e immediato».
Si parla tanto dell’immagine del pescatore e, soprattutto, delle gare. 3 cose che faresti per migliorarla?
«Le gare sono un argomento molto “delicato”. Tanti le ritengono anacronistiche e andrebbero abolite, per altri sono l’espressione massima del nostro sport. Nella mia esperienza personale di ex agonista posso dire che rappresentano un insieme unico di conoscenza dell’ambiente, strategia e preparazione psicofisica. Riuscire a pescare per quattro o cinque ore in qualsiasi condizione meteo, presuppone una preparazione da grande atleta. Se le valuto dal punto di vista commerciale, noto che dove sono state abolite (come ad esempio nel Lago di Garda), il mercato delle attrezzature dedicate è crollato. Detto questo, credo sia importante nel prossimo futuro migliorare l’immagine del pescatore e delle gare. Innanzitutto, promuoverei campagne di sensibilizzazione per mostrare il lato più positivo e sostenibile della pesca; in secondo luogo, valorizzerei le gare come eventi di rispetto, con iniziative che mettano in luce le capacità e i valori degli atleti; infine, investirei in formazione e comunicazione per diffondere una cultura del rispetto e della passione, rendendo il pescatore un esempio di correttezza e dedizione. Un impegno certo gravoso, che ha bisogno per la sua riuscita dell’impegno di tutti, associazioni, aziende, didattiche e, soprattutto, di ogni singolo praticante».