Giulio Caresio è istruttore e responsabile di Zona Apnea Academy per il Piemonte e la Valle d’Aosta ed è la colonna portante e il portavoce della scuola, di cui per molti anni è stato presidente. Giulio è anche giornalista e curatore editoriale
Djimmy Carpanzano
Come è nato il vostro club? Qual è stata la scintilla che ha portato alla sua fondazione?
«La MondApnea Torino è nata da una profonda passione e continua a vivere grazie al desiderio di condividerla e alle meravigliose sensazioni che l’apnea regala. Tutto è cominciato nel 1996 per merito di Corrado Mondalucio, capo sommozzatore dei Vigili del Fuoco e subacqueo di profondità nello staff di sicurezza di Umberto Pelizzari durante i record degli anni Novanta. Corrado ha fondato la scuola subito dopo aver partecipato, nel 1995, al primo corso istruttori Apnea Academy; oggi, a trent’anni da quell’inizio, è ancora molto attivo e partecipe in tutte le attività della scuola».
Come si è sviluppato il club negli anni? Ci sono stati momenti chiave o eventi che hanno segnato la sua crescita?
«Nel tempo ci sono stati diversi passaggi e cambiamenti importanti, ma anche alcuni punti fermi. Lo spirito e la mentalità di squadra hanno sempre caratterizzato il nostro staff fin dall’inizio, quando tutto faceva capo a Corrado, probabilmente anche grazie alla sua esperienza con Umberto. Nel 2008/2009 la scuola è passata a una gestione collettiva e siamo diventati sempre più una squadra, lavorando in sinergia, ognuno nel proprio ruolo e mettendo al meglio a frutto i propri punti di forza. Credo che questa sia la chiave che ha segnato e segna ancora la nostra crescita: oggi siamo dodici formatori e più di cento associati».
Ci sono figure o membri storici che hanno lasciato un segno speciale nella storia del club?
«Troppi, a dire il vero, sia tra i membri dello staff che tra gli allievi per parlarne qui in dettaglio. Persone normali e straordinarie: da chi voleva vincere la paura dell’acqua a chi desiderava godersi le meraviglie del mare in sicurezza; da Riccardo, che non vede con gli occhi ma scorge ben oltre molti di noi vedenti, a Mattia Malara, giunta terza ai Mondiali Individuali Aida nel 2005; da Enrico, che a quasi ottant’anni è stato lo stimolo più grande per la squadra agonistica, a Giacomo Sergi, nostro ex allievo che l’anno scorso ha realizzato il record nazionale di assetto variabile in free immersion. È a tutti loro che va il mio pensiero quando penso a cosa abbia lasciato il segno. Poi, grazie a MondApnea, nel 2009 c’è stato il passaggio a Torino di Maiorca e la presenza, in aula e in acqua, di Pelizzari; nel 2024, infine, abbiamo accolto anche Alessia Zecchini. Momenti di crescita e scambio davvero unici per la scuola».
Quali sono i valori principali che il club trasmette ai suoi membri? Cosa significa far parte di questo gruppo?
«Direi benessere, consapevolezza e condivisione. L’apnea viene vissuta con gioia e divertimento, come un’occasione di crescita e di conoscenza di sé. Del resto, l’apnea moderna poggia su due pilastri: “respirare” e “rilassarsi”, fondamentali per tutti nella vita quotidiana. Respirare è il nostro primo nutrimento: lo facciamo decine di migliaia di volte al giorno, perciò migliorarne la qualità e diventarne consapevoli può avere un impatto significativo. Rilassarsi è una delle strategie migliori per affrontare le sfide della vita mettendo a disposizione tutte le proprie capacità. Inoltre, la scuola ci ha insegnato che una disciplina apparentemente individuale come l’apnea ha in realtà un risvolto collettivo molto importante e straordinarie potenzialità di creare empatia. E la sicurezza, altro presupposto irrinunciabile, in apnea significa non essere mai soli».
Quali sono alcuni dei momenti più memorabili vissuti dal club, sia in acqua che fuori?
«Ogni volta che, grazie all’apnea, un allievo scopre in sé qualcosa di nuovo e inaspettato, o prova sensazioni ed emozioni inedite, come leggerezza, benessere o gioia, e il sorriso si dipinge sul suo viso e nel suo sguardo, siamo di fronte ai momenti più memorabili e insostituibili. Sono proprio questi istanti che, anche dopo molti anni, ci spingono a insegnare con la stessa energia e passione».
Organizzate eventi o incontri particolari che sono diventati tradizioni nel tempo?
«Sì, e nel corso degli anni sono diventati numerosi: piccoli riti collettivi di libertà, dalla veleggiata di aprile‑maggio alla gita a San Fruttuoso di inizio ottobre, dalle vacanze estive a Carloforte alla pizza dopo la piscina del venerdì sera, sempre insieme e senza impegno per chi ne ha piacere».
Quali sono i progetti e le aspirazioni future del club? Come immaginate la sua evoluzione nei prossimi anni?
«Le idee e le energie si moltiplicano quando si sta bene insieme, per cui i progetti sono molti e volti a far scoprire i benefici e il benessere dell’apnea a un gruppo sempre più vasto di persone. C’è in questo una sensazione ormai rara, di fare qualcosa di davvero bello per il futuro delle persone e del pianeta, mettere il nostro piccolo tassello positivo».