Un fenomeno purtroppo diffuso da sempre che crea problemi all’ecosistema e danneggia pesantemente la nostra immagine. Certo, sono cose dette e ridette, qualcuno le definirà anche banali, però occorre fare qualcosa per invertire questa tendenza. E occorre farlo tutti assieme, nessuno escluso
Anselmo Bozzoni
Negli ultimi anni la pesca subacquea è stata spesso al centro di accesi dibattiti, non solo per il suo impatto sull’ecosistema marino, ma anche per il ruolo controverso di alcuni personaggi che si muovono al di fuori della legge. E qui siamo alle solite. Finché il mare verrà considerato da alcuni come un supermercato personale, da cui attingere risorse senza regole, l’immagine del pescatore subacqueo sarà irrimediabilmente compromessa. Vero che il bracconaggio, il prelievo al di fuori della legge avviene ovunque, in tutti i settori. Però non è un valido motivo per mettere la testa sotto la sabbia e far finta che il problema per noi non esista. Perché non è così!
L’impatto della pesca illegale
La pesca subacquea, se praticata in modo etico e responsabile, può essere un’attività sostenibile, in grado di ridurre il bycatch (cattura accidentale di specie non desiderate) rispetto al prelievo industriale. Tuttavia, il problema nasce quando alcuni individui privi di scrupoli operano senza rispettare le normative vigenti, prelevando più del consentito, utilizzando attrezzature vietate e, soprattutto, vendendo il pescato illegalmente. Fenomeno che trasforma il mare in una risorsa privata per pochi, danneggiando sia l’ecosistema che i tanti (tantissimi) appasionati onesti. E non si tratta, purtroppo, di un fenomeno di poco conto se si pensa che la FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura), ha stimato che la pesca illegale in generale rappresenta il 15% delle catture mondiali, causando danni economici ed ecologici incalcolabili.
Il danno all’ecosistema e alla biodiversità
Uno degli aspetti più critici della pesca subacquea illegale è il suo impatto sulla biodiversità. Alcune specie, come cernie e dentici, vengono prelevate in modo indiscriminato, spesso senza rispettare i periodi di riproduzione o le taglie minime. Ciò porta a uno squilibrio nell’ecosistema marino, compromettendo la capacità di rigenerazione delle specie. Secondo uno studio pubblicato su Marine Policy, il prelievo illegale e non regolamentato contribuisce in modo significativo al declino delle popolazioni di predatori, con conseguenze a cascata sull’intero ambiente marino.
L’etica della pesca subacquea e il ruolo della comunità
La pesca subacquea può (e deve) essere praticata in modo etico, seguendo alcune semplici regole: rispettare le normative, prelevare solo il necessario, evitare la cattura di specie in pericolo e non utilizzare tecniche dannose. Tuttavia, il malcostume di pochi mina la reputazione dell’intera categoria. Per migliorare la percezione pubblica della nostra disciplina, è fondamentale che i pescatori onesti prendano le distanze dai bracconieri e promuovano una cultura della sostenibilità.
Ma non solo. Le autorità dovrebbero intensificare i controlli e inasprire le pene per chi vende il pesce preso illegalmente, in modo da scoraggiare il commercio clandestino e proteggere il mare per le future generazioni. Parallelamente, le associazioni di pescatori subacquei possono svolgere un ruolo chiave nell’educare i nuovi appassionati a un prelievo più consapevole.
Conclusione
Se il mare continuerà a essere sfruttato come un supermercato dai bracconieri, la nostra immagine sarà inevitabilmente compromessa. Per difendere dunque questa pratica e garantirne la sostenibilità, è necessario un cambiamento culturale che metta al centro il rispetto per l’ambiente e la legalità. Solo così potremo camminare a testa alta e difenderci dai tanti attacchi strumentali che ci vengono mossi e sarà possibile preservare il mare per le generazioni future.
Fonti:
FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura) – Dati sulla pesca illegale
Marine Policy – Studi sugli effetti della pesca illegale sulla biodiversità
Normative nazionali sulla pesca subacquea (Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare)