Cernia, sarago, corvina. Tre pesci che evocano immediatamente le grandi spaccature, le franate e le lastre di roccia sparse nell’alga. E’ infatti proprio qui che passano gran parte della loro giornata. Con, però, alcune differenze: di approccio con il pescatore e di comportamento. Vediamole nel dettaglio

Cernia. Un tempo era ritenuta una sorta di laurea, di “prova del fuoco” per stabilire se si era effettivamente fatto il famoso salto di qualità. Oggi questo ruolo spetta al dentice anche se prendere serranidi di grosse dimensioni è rimasto tutt’altro che semplice.

Un tempo la cernia veniva insidiata quasi esclusivamente in tana, con corti e potenti fucili pneumatici dotati di aste pesanti e arpione. La pressione di pesca era minore rispetto ad adesso e spesso le cernie sceglievano rifugi più semplici, tane meno articolate e complesse rispetto a quelle attuali. Risultato: i pionieri del passato facevano mattanza dei grossi esemplari scovati fra gli anfratti rocciosi a profondità di rilievo per l’epoca…