Imprinting, termine anglosassone indicato per definire quando tra padre e figlio sitrasmette l'esempio, l'esperienza, la passione. In questo caso per il mare e la pesca. La passione è sempre stata il leit motiv, il lievito madre che ha guidato la mia vita, sinda ragazzo, da giovanotto, in molti ambiti. E se analizzo e rileggo i primi anni in cuiho iniziato a innamorarmi follemente della pesca subacquea, a frequentare piscina emare, ribadisco fermamente che non è stata un'avventura semplice, scontata, facile:tutt'altro! Certi traguardi li ho raggiunti lavorando duro, durissimo, caparbiamente. I mieigenitori concepivano il mare solo come destinazione per una breve vacanza estiva, come succedeva alla gran parte dei miei coetanei, a tutti coloro che abitavano nellecittà lontane dal liquido elemento. Quindi, o ti appassionavi allo sci, se avevi le montagne vicine, oppure a qualcos'altro...Oggi, a oltre 45 anni dal primo contatto serio con l'acqua salata mi sono reso conto che il contagio ha lambito anche Lorenzo, il mio singolo “erede”, pur inserito in un’epoca, in un contesto diversissimo da quello del papà. Da qualche anno mio figlio si sta appassionando alla pesca e credo proprio che, pur non forzandolo mai, il mio operato abbia contribuito a fornirgli il percorso da seguire. Nel 2021 Lorenzo mi ha accompagnato nel reportage al mondiale di Arbatax e in questa occasione l'ho visto particolarmente soddisfatto, galvanizzato, contentissimo! Oggigiorno non è facile imparare a pescare, forse non c'è molto spirito di sacrificio,ma le nuove generazioni hanno l'energia dalla parte loro, la passione che nasce da unbisogno ancestrale che si perde nella notte dei tempi, da un qualcosa che risultainnato nell'uomo. E può sbocciare l'amore incondizionato per la pesca.
Il battesimo dell'acqua
A dire il vero noi genitori, ahimè, non siamo stati solo spettatori passivi, c'è qualche responsabilità oggettiva sulle considerazioni sopra esposte perché, a pochi mesi divita, con mia moglie Lucia abbiamo deciso di portare Lorenzo in piscina ed evitarecosì che il “diving reflex” sparisse del tutto. Beh, nel 2005 vedere per la prima voltanostro figlio sott'acqua, con gli occhi aperti e la boccuccia socchiusa in un sorrisettobirichino fu un'esperienza scioccante, nel senso positivo del termine: incredibile che un neonato non abbia “bevuto” e sia stato bene, si sia divertito! Nel 1963 il sottoscritto restò in fasce per mesi, per anni, altro che bagnetto integralesubaqueo in quel di Torino! Certo che abitare in una località marina, o avere genitori“moderni” aiuta, però non si pensi proprio che un figlio segua obbligatoriamente leorme paterne qualsiasi strategia si metta in atto. Infatti, dopo la frequentazione della piscina, aver imparato a nuotare presto e amandoandare sotto l'acqua più che stare in superficie, Lorenzo abbandonò il mondoacquatico e mano a mano che cresceva ci fece sapere che il nuoto ripetitivo lungo le vasche, su e giù, lo annoiava. Benedetta creatura...Però il virus all'interno delle cellule era presente e infatti un'estate, all'età di sei anni,con un mutino che gli avevamo acquistato in un centro commerciale, maschera e boccaglio, di nascosto prese un paio di miei guanti e un corto arbalete simulando dipescare i pesci di gomma che c'erano dentro la piscinotta usata con gli amichetti delvicinato! Restammo, restarono tutti allibiti! E che dire di un giorno di febbraio, l'anno successivo, quando si tuffò nell'acquagelida senza nulla addosso perchè voleva vedere se c'erano spigole nel sottocostabianco di schiuma? Faticammo non poco a riprenderlo, pur viola e tremolante dal freddo! Mare mosso, risacca, dal gommone: con il suo mutino, audace e sempre più coinvoltonell'esplorazione del fondale, più di una volta ha voluto che lo accompagnassi, che glimostrassi come facevo a pescare. Il tempo ha calmato un pochino l'irruenza e qualche mese dopo, sotto la nostrasupervisione, in uscita con il gommmone, con un corto arbalete e asta tahitiana, dacecchino, prese il suo primo pesciolino, una donzella. A dodici anni la sua primasalpa, questa volta con un pneumatico di lunghezza media. Crescendo e dopo i 16anni, quando la legge ammette l'uso di un' arma subacquea, gli è stata regalata prima una muta bifoderata, poi un capo foderato spaccato. Poco tempo fa, orgoglioso, a 18 anni, ha preso un muggine sui 750 grammi, la suaprima cattura degna di nota. Si sta specializzando con un pneumatico medio/corto conla tahitiana, ed è preciso nei tiri. Quando posso e troviamo del tempo libero, andiamo a pescare, sempre in pochi metri d'acqua, verifichiamo l'ambiente che c'è, la corrente,lo stato dei venti e del mare. E così un salpone, un cefalo, un sarago, un'oratelladivengono l'obiettivo della giornata. Piano piano...
L'esempio tangibile
Quando papà tornava a casa con qualche bella cattura, con qualche pescione, Lorenzo voleva essere partecipe della soddifazione che si respirava tra le pareti domestiche; toccava, afferrava i pesci per nulla timoroso. E questa dimestichezza, questa voglia divedere come si cucinavano ha incrementato il desiderio di andare in mare, anno dopo anno. Ciò testimonia che il buon esempio a volte è il sistema di educazione più potente che esista, bisognerebbe applicarlo in ogni ambito, essere coerenti con atti e parole, in tutti i settori. Come una spugna, chi ci è intorno assorbe tutto, e anche se magari la giovinezza ti rende ribelle, l'adolescenza non vuole ascoltare gli insegnamenti diretti, con l'esempio si trasmettono aspetti che a volte neppure ciaccorgiamo siano tanto determinanti nello sviluppo di una personalità, nella formazione di un carattere. E sono certo che al momento giusto si rifanno vivi, si comprendono, non sono mai perduti. Io ci sono passato per primo. In ogni caso, ho cercato di insegnare a mio figlio che bisogna procedere per gradi, mai esagerare. Sono contento che per ora si sia appassionato alla pesca in basso fondale, che stia affinando la mira con la tahitiana a tal punto che qualche piccolo pesce trafitto per il lungo ha suscitato una malcelata soddifazione nel sottoscritto. C'è anche da annotare l’importanza degli esempi diretti, forse quelli a cui uno tiene dipiù perché, magari, sono frutto di una lunga esperienza personale e fa piacere passarli
al “discepolo". Si studia il tipo e la presenza di una determinata minutaglia, si mette in risalto la provenienza dei pesci rispetto alla corrente e il tipo di fondale più adatto per mettersiall'aspetto, si insegna come uccidere subito il pesce e come pulirlo. Sono fiero, poi, che il suo padrino Gianni lo abbia portato a pescare a traina con il vivo, che il mio amico Gianluca quando esce in mare per pescare sott'acqua lo chiami, lo coinvolga: tutti esempi che stimolano, che formano, che plasmano.
Le informazioni del web
A volte penso che tra i miei anni 60/70 e questi 2010/20 c'è un autentico abisso nelmondo della comunicazione, la fossa oceanica delle Marianne! E mio figlio, come tutti i suoi amici, è sempre attaccato al telefonino, al tablet. E naturalmente sulla rete ci sono anche migliaia di video subacquei. Il rischio potrebbe essere quello di passare più tempo sul monitor che in mare. E qui si entra in un campo minato anche perchè ci sono filmati di pescatori orientati a scendere a quote molto fonde, e la domanda sorge spontanea: per prendere un pesce devo imparare a usare il piombo mobile e sganciare la zavorra? Per fortuna il dialogo in questo settore c'è (su altri temi meglio soprassedere...) e quindi ne abbiamo discusso e gli ho ricordato di quel grosso branzino catturato in pochi centimetri d'acqua, proprio vicino alla sua area di pesca. L'obiettivo è far capire che bisogna affinare la tecnica, imparare a conoscere i segnali ambientali e che è sicuramente più difficile pescare nel bassofondo, ma che non si rischia mai la salute osservando regole basilari. Insomma, ci si diverte in sicurezza. E insistendo arrivano i risultati, anche per un ragazzo che sta imparando. Sul web ci sono canali che trattano della pesca in poco fondo, campioni che la praticano e curiosando nei file memorizzati (lo ammetto, ogni tanto do una sbirciatinasul suo tablet) ho visto che Lori ha selezionato parecchi filmati sul genere, e me ne compiaccio!
Le sue considerazioni
«La pesca è, sin da piccolo, una delle mie passioni più grandi - ci ha detto Lorenzo -.Sono stato portato in piscina dai miei la prima volta a tre mesi, poi durante il periodo della scuola elementare mi sono annoiato e ho smesso di frequentarla. Successivamente ho iniziato ad amare il mare, in tutte le stagioni, anche d'inverno. Ho sempre atteso con gioia ed emozione il momento in cui papà torna a casa dopo essere stato a pescare per potergli chiedere e vedere cosa ha preso. Probabilmente è stato proprio questa la molla, vedere l'espressione felice di papà dopo una bella cattura e immaginare un giorno di diventare come lui.
«Mi è stata trasmessa dai miei genitori anche la passione per la cucina. Mi piace il pesce crudo soprattutto. «Quando sono in mare mi piace mettermi alla prova per risolvere i problemi e le difficoltà per arrivare alla cattura finale. Se poi avviene all’aspetto, meglio ancora. E poi c’è l’attrezzatura. Ho iniziato con una mutino bifoderato mezze maniche e mezzegambe con cerniera e una colorazione sgargiante, pinnette in plastica che usavo tuttol'anno. Con questo e armato con un arbalete 75 ho catturato il mio primo pesce, una donzella. Sono cresciuto e ho provato un fucile pneumatico, un ottantino che mi caricava mio papà, con il quale un paio di mesi dopo ho colpito la mia prima salpa. E’quello che prediligo ancora oggi e che finalmente riesco ad armare da solo. Con il passare degli anni si sono aggiunti un completo bifoderato da 5 millimetri, i guanti, i calzari, e uno schienalino. E ho preso grossi cefali. «Arriviamo al momento in cui mi è stata regalata dai miei genitori la prima mutafoderata spaccata mimetica, insieme c’erano le mie prime pinne a pala lunga. «Tra i momenti che ricordo con maggiore soddisfazione c'è il Mondiale ad Arbatax nel 2021, dove ho potuto osservare papà in azione a scattare foto e a recuperare interviste.«E una cosa è certa. Ho tanto da imparare e tanta voglia di farlo».