Vi portiamo su 4 spot che non vi deluderanno grazie alla buona presenza di pesce senza dover mai scendere in profondità. I periodi migliori per andarci e le tecniche più redditizie
Filippo Carletti
A Piombino c’è il porto e da lì si prende la nave per l’Elba. Tuttavia Piombino, andando al di là della semplice connotazione geografica, è un’isola. Ora vi spiego perché.
Le caratteristiche morfologiche rendono l’ormai ex principato un punto di interesse marinaresco che solo i pescatori riusciranno ad apprezzare a pieno. Essendo un promontorio, le sue coste sono riparate da praticamente ogni vento. Infatti, il lato est e il centro storico sono schermate dal maestrale, mentre il golfo di Baratti e Calamoresca trovano riparo dallo scirocco. L’unico vento che invece imperversa è il libeccio, che comunque trova prima l’Isola d’Elba e solo dopo arriva a questa piccola città.
Piombino è il luogo dove mar Tirreno e Mar Ligure si scambiano e dove il mare si incanala (nel canale di Piombino, per l’appunto) e di conseguenza la corrente che tanto piace ai pesci qui non manca mai.
Ecco perciò che racconterò di 4 spot tra i più interessanti dell’intero litorale. Un ultimo consiglio per decidere quando immergersi. A Piombino si dice che quando si vede la corrente della Solvay non girano pesci. Non so quanto sia vero, ma ho personalmente potuto constatare che quando arriva una corrente di mare caraibico nel sottocosta ,o a metà canale, il pesce effettivamente non c’è. Perciò, semplicemente e senza entrare in toni ambientalisti, “quando la Solvay butta in mare, non andate”.
Lo spot sicuramente più conosciuto è quello “sotto il cimitero”, anche chiamata “Sotto Bernardini”. Qui si trova un parcheggio appena prima di incontrare la discesa che porta alla spiaggia, composta da ghiaia e scogli più grandi. Questo tratto di mare ha la caratteristica di non essere quasi mai chiaro, mentre il fondale è vario, composto da grotto, sabbia e alghe.
Uscendo a pinne si trovano dei rimonti importanti, dove è frequente l’incontro con serra e orate, ma si trovano anche dentici e corvine.
Soprattutto in alta stagione è vivamente consigliato dotarsi di una boa vistosa, poiché sott’acqua il rumore delle navi può talvolta confonderci (il porto è appena dietro la punta più a sud) e non permetterci di sentire, invece, le centinaia di imbarcazioni che passano ogni ora, molto spesso vicino alla costa. Chi di voi proverà qualche tuffo arrivando in gommone, è pregato di controllare la presenza di segnalazioni e di tenere 100 metri da queste.
Il fondale ben si presta ad aspetto e tana, mentre saranno disattese le aspettative degli amanti della profondità, dato che difficilmente vi ritroverete in più di 15 metri d’acqua.
Il cambio di marea può dare vita a correnti piuttosto forti, che sono fortunatamente sempre parallele alla costa. In quel caso, se non siete troppo allenati, avvicinatevi alla riva nuotando prima a favore.
Secondo spot, prettamente invernale e di grande fascino, è il lato della costa est (rispetto al centro storico), che scorre parallela alla strada della geodetica. Qui il litorale e il fondale si caratterizzano per via della sabbia, che continua per molto anche una volta entrati in mare. L’elemento che vi sorprenderà sono alcuni scogli affioranti ad appena 10, 20 metri dalla battigia. Questa lingua semi sommersa altro non è che la vecchia strada Aurelia romana, a oggi divenuta parte dell’habitat di molti pesci e invertebrati. In inverno non è raro avvistare spigole e orate, ma è anche possibile imbattersi in serra e pelagici.
Mentre d’inverno la spiaggia è praticamente deserta, già con l’inizio della primavera e delle prime belle giornate di sole il litorale si popola di famiglie e turisti scappati dalle grandi città.
Lungo queste spiagge non ci sono pericoli da segnalare, ma è sempre utile preferire parcheggi con qualche macchina rispetto ad altri completamente vuoti. Anche se non capita quasi mai, è sempre bene prendere le dovute precauzioni dagli atti di vandalismo in cui troppo spesso si imbattono i pescasub.
Altro spot che sicuramente non vi lascerà delusi è il Golfo di Calamoresca. C’è un grande parcheggio appena sopra il piccolo golfo. Da qui, borsa in spalla, dovremo avventurarci per una discesa piuttosto ripida (e una salita altrettanto ripida!). Una volta arrivati, ci troveremo davanti a una piccola baia davvero bella. Infatti, guardando il mare sulla destra, appare uno dei tratti di costa più lunghi e incontaminati che si possono vedere in Italia.
La caletta, nel sottocosta, offre riparo a mormore, triglie e cefali. Non è raro incontrare barracuda e pinneggiando e uscendo molto dalla costa, certe volte arrivano a tiro le palamite.
Lo spot, riparato dai venti di scirocco, è caratterizzato da un’acqua dai colori sorprendenti, pari all’Isola d’Elba e degni delle cartoline di qualche viaggio che custodiamo e conserviamo gelosamente.
Entrambi i lati sono da scoprire, quello più a nord con poco fondo e riparato, quello più a sud più fondo (10 metri circa) e con correnti piuttosto impetuose.
Qualora vogliate allungarvi fino al piccolo isolotto oltre la punta, il consiglio è di prestare la massima attenzione poiché il mare tende a incanalarsi e a portare verso il largo con una forza inaudita, specialmente nei cambi di marea o con i venti di maestrale.
Per finire, non poteva mancare il Golfo di Baratti. Si tratta di una frazione di Piombino che in un solo sguardo è in grado di raccontare secoli e a ogni passo provoca un sospiro di ammirazione e fascino.
Potreste pescare, fare una capovolta, appoggiarvi sul fondo e scoprirvi su un’anfora Romana o Etrusca, così come prepararvi, mettervi la muta e guardando in lontananza scorgere delfini, tonni o balene che varcano l’orizzonte.
Forse è una descrizione romanzata, ma in fondo per chi va in mare fascino e mistero sono due ragioni che convincono a uscire di casa con le pinne in mano.
A Baratti è consigliabile pescare sugli estremi del golfo. Da entrambe le parti troviamo un bassofondo su grotto e sabbia, con ampi prati di posidonia e, talvolta, grandi banchi di mangianza che attirano ricciolette, barracuda e, in alcuni casi, anche altri predatori. Non sono rari i pesci balestra.
Come sempre, d’estate è bene tenere sotto controllo le imbarcazioni che transitano per il golfo, mentre d’inverno la spiaggia diventa un’esclusiva di chi non si separa mai dal mare.