Tra le novità proposte dall’azienda, il ritorno di un modello dalle forme semplici e tradizionali, ma che in realtà nasconde una nuova concezione propulsiva. Un mix di innovazione e versatilità
Gli ultimi anni sono stati caratterizzati da prodotti leggeri, comodi e soprattutto performanti. C4 Carbon, che ormai a catalogo vanta più di dieci (quattordici per l’esattezza) modelli, propone per il 2023 una pinna, proposta in due specifiche versioni, che riprende le linee tradizionali, ma con tutta l’innovazione raggiunta in queste ultime stagioni, e anche con “qualcosina” in più.
Una pala che, assieme alla sorella più corta, porta sopra una firma ben visibile, che come un certificato di garanzia racchiude anni di studi ed evoluzione nel mondo del carbonio.
Parliamo delle iniziali di Marco Bonfanti. Ma non si tratta di un semplice fattore estetico. La firma di Marco Bonfanti arriva a sigillare su questo nuovo progetto l’ennesima evoluzione propulsiva. Ecco di cosa si tratta.
Le nuove MB001 e MB002 racchiudono infatti un nuovo studio di laminazione che induce una curvatura diversa dal solito, definita “reverse parabolic”, allontanandosi dai progetti conosciuti sino a oggi, che seguivano le linee paraboliche classiche, rigide verso il piede e flessibili in punta.
Si tratta di un diverso processo di stratificazione del carbonio, che conseguentemente comporta una variazione della curvatura della pala durante il lavoro in acqua.
Sfruttando la quasi totale assenza di longheroni nelle nuove scarpette 250, di cui parleremo più approfonditamente in seguito, si è modificata la curvatura, sia estendendola sino al piede, contrariamente alle curvature paraboliche classiche di cui C4 è stata “apripista” da trenta anni, sia elaborando una nuova teoria biomeccanica, in diretta discendenza degli studi effettuati con le 200; in modo tale che la flessione della pala della MB “vada di pari passo” con la disponibilità muscolare istante per istante.
Ciò è stato possibile grazie a una curva continua di flessione di tipo "reverse"; significa che visivamente la pala lavora piegandosi maggiormente verso la scarpa e non verso la punta, il contrario di ciò che avviene di solito!
Tuttò ciò per proporre una pala la cui spinta risulta essere maggiormente estesa, dunque la pinna lavora più acqua e conseguentemente garantisce una spinta superiore senza affaticamento muscolare.
All’asciutto, a un primo approccio, potrebbe sembrare maggiormente dura rispetto al parametro classico conosciuto e utilizzat0, ma in realtà, in acqua, grazie appunto a quanto spiegato sopra, genera deformazioni elastiche più ampie e conseguentemente una maggiore propulsione a parità di sforzo fisico.
All’unboxing dei prodotti ricevuti l’occhio inesorabilmente cade sulla nuova scarpetta 250. Il design e la leggerezza la fanno da padroni su questo nuovo prodotto, figlio delle esperienze scaturite dalla fortunata serie 300, che grazie a un’ulteriore miglioria di materiali e disegno si pongono l’obiettivo di fornire vantaggi importanti per comfort e vestizione, associati a un peso, appena 250 grammi.
Tutto ciò avviene grazie al materiale di fabbricazione, un polimero TPE 75 ShA, che viene sovrastampato su una soletta rigida in TPE ad alto modulo. Ne deriva una calzata facile e piacevole grazie alla morbida tomaia, ma senza nulla perdere in trasmissione del moto sulla pala grazie alla solidità della suola.
Per un’ulteriore riduzione del peso e una libertà maggiore di movimento per questa pala rivoluzionaria, C4 ha pensato di ridurre al minimo i longheroni, che solo per pochi centimetri accompagnano la stessa.
Conclude l’analisi “asciutta” della scarpetta la consueta pre-formatura di 3 gradi, che ne migliora la trasmissione della forza e nel contempo riduce il rischio dei crampi alle gambe, il tutto legato tra le sue linee altamente idrodinamiche, che ne migliorano lo scivolamento in acqua.
Rivoluzionato anche il kit viti di fissaggio, formato da un dado a presa manuale su cui si avvita una robusta vite M6. Ne risulta un montaggio di una rapidità “imbarazzante”, utile a chi vive montando e smontando le proprie pinne per viaggio, o più semplicemente per un cambio set-up tra piscina e mare.
Passiamo ora alla pala, la MB002. Lunga 874 millimetri e larga 195, mostra un range di tre durezze che, come abbiamo ampiamente spiegato a inizio testo, risulta diverso dal solito.
Tutti i modelli sono contrassegnati da un più (+) davanti alla durezza, ciò a indicare una pala che apparentemente, come sforzo fisico in acqua, rispecchia quanto ha già conosciuto la nostra gamba, ma con una maggiorazione sul lato prestazionale della pala.
Si parte da un +20 (Extrasoft/soft), passando per un +25 (soft/medium), sino ad arrivare al modello che testeremo oggi, ossia +30 (Medium/Hard).
Accattivante anche il design scelto. Tra le trame del carbonio di tipologia T700 sono ben visibili (frontalmente e posteriormente) i loghi bianchi di C4 e l’elegante firma MB, con in sfondo la tipologia della pala, 002.
Il logo C4 viene presentato senza la dicitura sotto “C4 Carbon”, particolare che riporta indietro la mente alle pale di vecchia produzione, oltre a dare un tocco parecchio Old School.
A completare la parte estetica, una finitura “matt”, che abbandona il lucido a cui siamo abituati, mostrando una pala opaca, una novità esteticamente davvero particolare.
A conclusione del “tour” delle nuove MB002 non possiamo non soffermarci sui water rail a sezione semi tonda, che iniziano a farmi fantasticare sulla possibile resa in acqua.
Innamorato sin dagli albori del modello a tunnel, la nuova MB002 presenta tale peculiarità per tutta la lunghezza della pala, incanalando il flusso dell’acqua sulla sua superficie sia nel movimento di andata che nel ritorno di pinneggiata.
La MB002 è disponibile nella taglie che vanno dalla 36/37 sino alla 44/45, e il suo prezzo al pubblico è di 359 €.
In mare
Le giornate di marzo sono sicuramente tra i più imprevedibili per un test day. La calma piatta mattutina lascia spazio all’ennesima maestralata in ingresso, che porta a cambiare batimetriche e tipologie di pesca in poco tempo. Quale miglior banco di prova per la nuova MB002, pinna che seguendo i canoni tradizionali si pone come un prodotto ideale per ogni tipo di pescasub!
Iniziamo la vestizione. Le difficili esperienze vissute con le scarpette 300 svaniscono grazie a un materiale e a un design che, seppur ne ricordi le linee, agevolano di tanto l’introduzione del piede. I materiali della nuova 250 risultano infatti molto morbidi e confortevoli, con una semplicità di calzata al top.
Per dare un idea della taglia, la mia è un 41 e mezzo, e con il calzare da 5 millimetri risulta perfetto, un pelo largo, il tanto da non bloccare la circolazione del sangue.
Parto con una serie di azioni in un fondale medio fondo, così da poter constatare il comportamento tra discesa, risalita e stacco dal terreno.
Non nego che i primi tuffi di ambientamento sono condizionati mentalmente dal più (+) presente davanti al 30. Avendo sempre utilizzato durezze medie, sapere che viene presentata come medium/hard mi incuriosisce e impaurisce allo stesso tempo. Ma basta poco perché si dimostri una paura infondata.
Già dai primi tuffi infatti, in una batimetrica compresa tra i 15 e i 20 metri, la pinna risulta energica, con una buona costanza propulsiva e per nulla impegnativa.
Nel lavoro della gamba lo stesso stress conosciuto dai modelli precedenti con durezza 30, però con uno sprint migliore dato dalla risposta della pinna. Nel susseguirsi dei tuffi e aumentando la batimetrica, la risposta è ottima; abbiamo subito creato un buon feeling.
Anche la scarpetta ci mette del suo. La mancanza quasi totale dei longheroni contribuisce ad avere piena risposta nel comportamento della pala, senza vincoli e condizionamenti. I materiali selezionati per la realizzazione di scarpette e pale permettono un’ottima trasmissione dello sforzo, senza tempi morti.
Ma come detto, l’imprevedibilità di marzo porta a cambiare drasticamente le tipologie di pesca e conseguentemente le batimetriche. L’onda montante e l’acqua che inizia a sporcarsi mi costringono a spostarmi e mi portano inesorabilmente a cambiare pesata per regalarmi qualche ora di agguato nel bassofondo.
Così, salendo in gommone, svesto le pinne con la stessa velocità con cui le ho calzate, aiutato anche dall’anatomica forma del fondo scarpetta, che permette una salda presa.
Mute grosse, tanti chili tra cintura e schienalino, forte corrente, come si comporterà la nuova MB002? Fin dal nuovo ingresso in acqua la pinna affronta “grintosamente” la corrente, non facendo penare il grosso carico dato dalla nuova pesata. Nonostante la sua misura non sia l’optimum per una pesca nel bassofondo, il cristallo sardo mi permette un ulteriore banco di prova per le MB002. Con i suoi 98 centimetri fuoritutto, risultano comunque ben gestibili con il moto ondoso insistente. Nelle risalite, per quanto si tratti di poca acqua e poco tragitto, la pinna non sforza nel riportare a galla il carico, senza mai svirgolare nei movimenti, grazie anche e soprattutto ai water rails con il profilo bombato anti turbolenza, che tengono sempre “in carreggiata” la pala.
Il sole cala sull’orizzonte ed è il momento di tornare in gommone per il rientro a casa. Assicurati i soliti due pesci per cena, nel tragitto che mi separa dal mezzo nautico effettuo un check-up fisico, constatando che ormai prossimo ai cento tuffi i quadricipiti non risultano doloranti o affaticati.
Altra nota interessante la possiamo notare sui piedi. La corretta scelta dell’anatomia C4 preformata, combinata ai materiali scelti, permette, nonostante il generoso calzare, di non avere costrizioni ai piedi, agevolando un giusto circolo di sangue negli arti inferiori. La pinna supera a pieni voti entrambi i banchi di prova.
L’unica nota stonata, se così possiamo definirla, è il dispiacere per aver “sfregato” nel bassofondo una così bella pinna, dalla finitura tanto particolare, al momento unica. Un peccato rovinarla. Ma è giusto così, altrimenti converrebbe appenderle sopra il camino!
Se si cerca un modello a tutto tondo, che possa accompagnarci nelle battute da terra come dal gommone, nel bassofondo (ove le condizioni del fondale e dell’acqua lo permettano) come nei tuffi più impegnativi, questa è la risposta di C4 Carbon.
Il tradizionale che intrecciato all’innovazione genera un prodotto di fascia medio/alta, in grado di soddisfare ogni tipologia di pescasub. In due semplici parole: innovativa & versatile!
Scheda tecnica
Dimensione Pala: 847x195 mm
Dimensione Pinna 42/43: 980x195 mm
Materiale Pale: carbonio T700
Durezza: 20+ ExtraSoft / Soft, 25+ Soft / Medium, 30+ Medium / Medium Hard
Tipo Water rails: con profilo bombato anti turbolenza
Scarpetta: 250
Preformatura Scarpa: 3 gradi
Caratteristiche in foto
La nuova 250
Nasce dalle esperienze maturate dalle fortunate serie 300 e 400. Priva di longheroni, ha una tomaia morbida e confortevole senza però perdere l’ottima trasmissione alla pala grazie alla suola rigida.
I Water rails
Sono a sezione semi tonda con profilo bombato antiturbolenza. Costanti per la lunghezza della pala, amplificano il risultato ottenuto dalla nuova tecnologia “reverse parabolic” applicata sulla MB.
La pala
La MB002 ha dimensioni tradizionali (874mm x 195mm), che grazie a una nuova tecnologia di stratificazione del carbonio ottiene una diversa curvatura del materiale, definita “reverse parabolic”. Il risultato è una pinna che, a parità di sforzo, offre le prestazioni di una durezza superiore a quella utilizzata.
Ai voti
Struttura: 9,5
Fin da un primo sguardo risulta difficile valutarla fragile o aver timore di utilizzarla. Una pinna tutta d’un pezzo, che ci lascia sicuri sul suo utilizzo a 360 gradi. Ottiene mezzo punto in più grazie al nuovo kit viti dall’applicazione semplice ma, soprattutto, rapida.
Materiali: 8,5
Ottimi e performanti, da quelli che compongono la tomaia e la suola della scarpetta a quelli della pala in carbonio
Comfort: 10
Il malcontento che qualcuno ha provato con la serie 300, avrà modo di trasformarsi in un parere strapositivo con le nuove scarpette di casa C4.
Provare per credere.
Prestazioni: 10
La paura di mettere ai piedi una pinna con una durezza superiore a una 30, è durata pochi secondi. Il nuovo progetto genera un’ottima propulsione se paragonata a pinne di pari lunghezza e modello.
Un prodotto che potrà soddisfare le più particolari esigenze in termini di ingombro/prestazione.
Design: 8,5
Essenziale, personale e tradizionale. La finitura opaca, un tocco di classe made in C4. Si passa da una scarpetta con una linea altamente idrodinamica, ma essenziale nella sua struttura, a una pala che ricorda per loghi e dimensioni le vecchie C4, quelle che hanno accompagnato tanti di noi nei primissimi passi.
Rapporto qualità/prezzo: 7,5
Giusto per una pinna di qualità, nata per coprire una fascia medio/alta.
Top
Una pinna che richiama le linee tradizionali, ma che ci sorprenderà per la tecnologia che nasconde e la reale resa in acqua
Flop
Per essere un prodotto di fascia medio/alta, ci si aspettava un package completo della consueta sacca marchiata C4