La notizia è stata pubblicata all'inizio di settembre dal Wall Street Journal (e poi ripresa in Italia da Repubblica e da Dagospia): pare che negli Stati Uniti negli ultimi mesi si siano ripetuti numerosi casi di spionaggio e tentativi di intrusione in basi militari, siti sensibili e installazioni governative da parte di "turisti cinesi”
Enrico Maria Corno
È stato definito "spionaggio a bassa intensità": non si tentava di carpire segreti che avrebbero potuto compromettere la sicurezza internazionale, ma di raccogliere informazioni all'apparenza più generiche.
È capitato quindi che attempati uomini di affari orientali, con le relative mogli, siano entrati "per errore" all'interno di una base militare, dove si addestrano i Navy Seals e che una donna stesse "accidentalmente" penetrando nella villa trumpiana di Mar-a-Lago, in Florida, portando con sè due passaporti, quattro telefoni e una serie di congegni elettronici di imprecisata natura. E non solo.
Ci sono state diverse occasioni in cui sono stati coinvolti anche turisti "da spiaggia": tre anni fa alcuni cittadini cinesi vennero condannati a un anno di prigione per aver ammesso di essere entrati senza autorizzazione nella stazione della Air Force a Key West, dopo aver abbandonato l'attrezzatura da pesca subacquea sulla spiaggia.
Allo stesso modo, alcuni appassionati sono stati fermati durante un’immersione illegale vicino al sito di lancio di razzi spaziali e al Kennedy Space Center della Nasa, in Florida