E’ l’ultima versione di questa fortunata serie. L’impugnatura è stata rivista con l’apporto di Giacomo De Mola e si è intervenuti anche sull’estetica. Monta 2 gomme da 14 millimetri, che assicurano un tiro eccellente. Noi abbiamo provato il 90
Emanuele Zara
La Pathos presenta il nuovo arbalete della serie Saragos, la versione Evo Pro 2023; ho ricevuto un 90. Si tratta di una gamma di fucili concepiti per la pesca del pesce bianco, come si evince dalla fattura e dall'allestimento leggero, non elaborato, piuttosto semplice.
La versione 2023 è stata ripresa e migliorata, con alcune novità. Strutturato in tre parti, smontabili, è da sottolineare che ogni ricambio viene realizzato con grande attenzione, come tradizione del brand ellenico. L'aspetto estetico ora vira sulla colorazione marrone scuro, quasi nera. Monta una nuova impugnatura, denominata sempre D'Angelo II, come quella originale risalente a qualche anno fa, ma in realtà è stata sottoposta a un restlyng tecnico importante, che ne ha ulteriormente accresciuta la funzionalità e le performance complessive.
Questo ottimo calcio è stato reso più facile e sicuro da appoggiare al petto nell'azione di carica grazie a un piedino di culatta allungato e allargato in dimensioni; una geometria di presa ristretta e innalzata, ora assorbe meglio il rinculo, mentre la manopola bianca è estraibile, operazione facilitata da nuove clip di blocco. La meccanica in inox reverse interagisce con un nuovo pulsante di sicura e lo sganciasole a unghia (destro o sinistro) è vincolato al fusto tubolare da 28 mm, in lega di alluminio, con guida integrale a doppio binario.
La piccola testata open viene realizzata nello stesso, durissimo materiale plastico con cui è stampato il calcio e tutti gli altri particolari; si presenta in una veste rastremata e scaricata generosamente.
Il sistema di propulsione è affidato a un doppio circolare Pathos Tnt red da 14, legato e con drill inserito che consente di posizionare e cambiare l'ogiva tessile in modo sicuro e ordinato. L'asta è una tahitiana in acciaio inox Sandvich, da 6.5, lunga 1250 millimetri, dotata di 3 pinnette TW Shark medie, monoaletta e punta a tricuspide. 6 le lunghezze: 50, 60, 75, 82, 90, 100.
Il fucile che ho ricevuto era corredato di doppia passata di monofilo. Ho sentito la mancanza del mulinello e, in assenza di questo, di uno shock absorber per gestire meglio la tensione del filo. Per il resto, muta Pathos Team in liscio spaccato da 5 millimetri, pinne Fireblade Carbon, guanti Amara Metalite. Condizioni del mare, leggermente mosso in scaduta di Maestrale; temperatura in superficie, 27.5 gradi.
Appena estratto il Saragos Evo Pro 90 dalla confezione mi sono procurato del monofilo di nylon da 1.40 e due sleeves a canna di fucile. Realizzando il calamento mi sono subito reso conto che il nuovo fucile è ben progettato per ordinare le volute di sagola; si sistemano bene, l’asta si ferma in testata velocemente grazie ai gancetti ambidestri presenti. Anche l'innesto della tahitiana è immediata nonostante la scatolina in inox contenente la meccanica di sgancio invertita sia davvero minimale come dimensioni.
Il Saragos Evo Pro è un progetto semplice, non troppo elaborato, ma che trasmette concretezza, facilità di impiego; si intuisce fin da subito che dietro c’è un pescatore, un campione come Giacomo De Mola.
Ho organizzato un'uscita da terra chiedendo a Gianluca, un ragazzo che abita non lontano da casa, se aveva voglia di accompagnarmi e farmi da modello subacqueo, approfittando di una scaduta di Maestrale. L’acqua era abbastanza pulita, ma con un po’ di sospensione Ci siamo scambiati l'arbalete durante l'uscita in modo da esprimere un giudizio il più possibile obiettivo.
Armare il Saragos Evo Pro 90 non comporta sforzi particolari: gli elastici da 14 si stirano senza difficoltà e, una volta agganciate le ogive tessili legate ai drill bianchi. si apprezza il notevole allungamento e la compattezza del pacchetto gomme aderente al fusto: il tutto sporge poco, rimane quasi a filo.
Abbandono l'arbalete carico per valutare l'assetto: il calcio scende prima della testata. Sostanzialmente il fucile è bilanciato, non ci sono troppi grammi da compensare. Gli spostamenti sul piano orizzontale risultano buoni. Avverto un certo attrito se si velocizzano i movimenti, ma è comunque gestibile. La presa è altissima e mentre inquadro un branco di salponi che si aggirano nel sottocosta mi rendo conto che la visuale di puntamento è davvero pulita.
Passo l’arbalete al mio compagno e mentre armeggio con la custodia lo vedo appoggiarsi sul fondo, allungare il braccio e sparare! Percepisco nella risacca una “frustata” sommessa. L'asta è partita a saetta, il bel muggine è stato centrato in pieno! Accorro da Gianluca e lui mi racconta che ha visto sfilare nella schiuma il branco, gli ha fatto la posta e un paio di esemplari si sono staccati per curiosare. Il fucile si è comportato alla grande, mi dice contento! Sgancio dolce e immediato, non ha percepito rinculo, l'arretramento dell'arma è stato rettilineo, la punta non si è alzata e il colpo è arrivato precisissimo!
Scattiamo qualche foto, tra poco è il tramonto. Ne approfitto per fare una pescata passando la fotocamera all'amico. Incontro dei cefali dorini. La femmina gravida è grossa, attorno i pesci più piccoli. Ho stirato le gomme in progressione, sono ottime come mescola. Controllo l'aletta, resta un po’ sollevata, ma capisco che non si abbassa completamente se non la spingo giù con le dita: è fatta apposta! In pratica, una volta aperta non si chiude del tutto, una soluzione intelligente perchè l'asta non si sfili dal pesce!
Prendo la mira su un muggine all'esterno del gruppo e ne seguo per un attimo lo spostamento. L'occhio scorre sopra il piedino sternale, sul castello tra il rosso dei sottilissimi Tnt stesi come grissini. Una linea di mira eccellente. Il dito indice è ben sistemato come interasse, percepisco la mezzaluna del grilletto e lo premo. Parte il tiro, l'asta schizza sentire uno “schiocco” veemente. Il rinculo percepito è contenuto, la presa alta della mano lo assorbe alla grande. Il pesce è sul nylon, si dibatte, la sensazione, pur se colpito a una distanza non eccessiva, è di un'ottima gittata.
In conclusione, ci siamo trovati entrambi molto bene. Certo che il periodo stagionale, con i branchi di cefali numerosi, può portare qualche predatore sotto costa, e senza mulinello…
Ai voti!
Tecnica di costruzione E’ un’arma di concezione semplice, abbastanza spartana, però ben costruita con materiali robusti 8
Livello di rifinitura Discreto. Le scritte sugli elastici si sono rovinate nel giro di qualche tiro e gli adesivi sono amovibili 7
Assetto Leggermente negativo. In ogni caso il braccio e il polso non si stancano anche dopo diverse ore in mare7.5
Maneggevolezza Gli spostamenti rapidi sul piano orizzontale sono abbastanza scorrevoli, il pacchetto gomme resta raccolto nel profilo dell'arma, lungo l'asse della tahitiana, ma è preferibile “accompagnare” il fucile e non forzare eccessivamente il brandeggio rapido laterale 8
Prestazioni Ottime. Poco rinculo, grande precisione e lunga gittata. Difficile chiedere di più 9
Rapporto qualità/prezzo Costa di listino 180 €. Considerato lo sconto e, magari, l'acquisto di un mulinello si arriva a circa 200 €. Un arbalete che fa della prestazione e della semplicità d'impiego i suoi punti forti 8